2012-10-26 14:12:21

Votato il Messaggio finale del Sinodo: la nuova evangelizzazione è urgenza del mondo


Un lungo e caloroso applauso: così ieri il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione ha accolto il “Messaggio al popolo di Dio”, sintesi dei lavori. Il documento è stato letto in cinque lingue: italiano, francese, spagnolo, inglese e tedesco. Il testo ribadisce che la nuova evangelizzazione è urgenza del mondo ed invita i cristiani ad annunciare il Vangelo con sereno coraggio, vincendo la paura con la fede. Domani mattina alle 9.30 il Papa presiederà nella Basilica di San Pietro la Messa solenne per la conclusione del Sinodo. Il servizio di Isabella Piro:RealAudioMP3

È un applauso prolungato quello che risuona nell’Aula del Sinodo al termine della lettura, a più voci e in varie lingue, del “Messaggio al popolo di Dio”. E il popolo di Dio - definito spesso distratto e confuso, a rischio di delusioni rovinose - viene ritratto come la samaritana al pozzo narrata dal Vangelo di Giovanni: con un’anfora vuota. In lui c’è sete e nostalgia di Dio e a lui la Chiesa deve andare incontro per rendergli presente il Signore. E come la Samaritana – dice il messaggio del Sinodo - chi incontra Gesù non può fare a meno di diventare testimone dell’annuncio di salvezza e speranza del Vangelo: condurre l’umanità contemporanea a Gesù è un’urgenza di tutto il mondo.

Tuttavia, la Chiesa ribadisce che per evangelizzare bisogna essere innanzitutto evangelizzati e lancia un appello - a cominciare da se stessa - alla conversione perché le debolezze e i peccati personali dei discepoli di Gesù pesano sulla credibilità della missione. I cristiani, però, vincano la paura con la fede e guardino il mondo con sereno coraggio perché, sebbene pieno di contraddizioni e di sfide, esso resta pur sempre il mondo che Dio ama.

Niente pessimismo, dunque: globalizzazione, secolarizzazione, migrazioni, ateismo, crisi dell’egemonia della politica e dello Stato, pur con le difficoltà e le sofferenze che comportano, devono essere opportunità di evangelizzazione. Perché non si tratta di trovare nuove strategie per diffondere il Vangelo come un prodotto di mercato, ma di riscoprire i modi con cui le persone si accostano a Gesù.

Il messaggio del Sinodo guarda, dunque, alla famiglia come luogo naturale dell’evangelizzazione e ribadisce che essa va sostenuta dalla Chiesa, dalla politica e dalla società. E all’interno della famiglia, si sottolinea il ruolo speciale delle donne, si ribadisce la responsabilità della figura paterna e si ricorda la situazione dolorosa dei conviventi, dei divorziati e risposati: pur nella riconfermata disciplina circa l’accesso ai sacramenti, si sottolinea che essi non sono abbandonati dal Signore e che la Chiesa è casa accogliente per tutti.

Il documento sinodale cita poi le parrocchie come centri irrinunciabili di evangelizzazione e ricorda l’importanza della vita consacrata e della formazione permanente per i sacerdoti ed i religiosi, invitando anche i laici all’annuncio del Vangelo, in comunione con la Chiesa. Particolare attenzione viene rivolta ai giovani – presente e futuro dell’umanità e della Chiesa – in una prospettiva di ascolto e dialogo per riscattare, e non mortificare, il loro entusiasmo.

La nuova evangelizzazione ha orizzonti larghi quanto il mondo, afferma il Sinodo, ed è quindi fondamentale il dialogo, declinato in vari modi: con la cultura, che ha bisogno di una nuova alleanza tra fede e ragione; con l’educazione, per una formazione integrale della persona; con le comunicazioni sociali, luogo in cui spesso si formano le coscienze e che offrono un’opportunità nuova per raggiungere il cuore dell’uomo; con la scienza che, quando non chiude la persona nel materialismo diventa un’alleata nell’umanizzazione della vita.

E ancora: centrale il dialogo con l’arte, che esprime la spiritualità attraverso la bellezza; con il mondo dell’economia e del lavoro, affinché quest’ultimo non sia un peso insopportabile o una prospettiva incerta, ma promuova lo sviluppo umano; con la politica, alla quale si chiede una cura disinteressata e trasparente del bene comune, nel rispetto della dignità della persona, della famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, della libertà educativa e religiosa, nella rimozione delle cause di ingiustizie e disuguaglianze. Fondamentale poi il dialogo interreligioso che contribuisce alla pace, rifiuta il fondamentalismo e denuncia la violenza contro i credenti, grave violazione dei diritti umani.

Due espressioni della vita di fede sono inoltre particolarmente significative per la nuova evangelizzazione: la contemplazione, dove il silenzio permette di accogliere al meglio la Parola di Dio, e il servizio ai poveri, nell’ottica di riconoscere Cristo nei loro volti.

Nell’ultima parte, il messaggio guarda alla Chiese delle diverse regioni del mondo e ad ognuna di esse rivolge parole di incoraggiamento per l’annuncio del Vangelo: alle Chiese d’Oriente auspica di poter praticare la fede in condizioni di pace e di libertà religiosa; alla Chiesa d’Africa chiede di sviluppare l’evangelizzazione nell’incontro con le antiche e nuove culture, appellandosi poi ai governi perché cessioni i conflitti e le violenze.

I cristiani dell’America del Nord, che vivono in una cultura con molte espressioni lontane dal Vangelo, devono guardare alla conversione, ed essere aperti all’accoglienza di immigrati e rifugiati. L’America Latina è invitata a vivere la missione permanente per affrontare le sfide del presente come la povertà, la violenza, anche nelle nuove condizioni di pluralismo religioso. La Chiesa in Asia, anche se è una piccola minoranza, spesso posta ai margini della società e perseguitata, viene incoraggiata ed esortata alla saldezza della fede e si esprime vicinanza ai cristiani del continente sul quale, nella Terra Santa, Gesù è nato, morto e risorto.

L’Europa, segnata da una secolarizzazione anche aggressiva e ferita dai decenni di regimi e ideologie nemiche di Dio e dell’uomo, ha però creato – dice il Sinodo - una cultura umanistica capace di dare un volto alla dignità della persona e alla costruzione del bene comune; le difficoltà del presente non devono quindi abbattere i cristiani europei, ma devono essere percepite come una sfida. All’Oceania, infine, si chiede di avvertire ancora l’impegno di predicare il Vangelo. Il messaggio si chiude quindi con l’affidamento a Maria, Stella della nuova evangelizzazione.

A concludere i lavori di ieri, è stato poi l’intervento del vescovo del Patriarcato ortodosso serbo, Irinej, presente al Sinodo in veste di delegato fraterno. Nelle sue parole, il richiamo all’importanza dell’ecumenismo, perché - ha detto – la nuova evangelizzazione arriva ovunque se c’è uno sforzo comune e un supporto reciproco tra i cristiani. L’unità della testimonianza su questioni che toccano tutti i credenti, come la bioetica o la promozione della pace, ha aggiunto il vescovo del Patriarcato ortodosso serbo, Irinej, non mette in pericolo le verità di fede.

Ultimo aggiornamento: 27 ottobre 2012







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