2012-10-26 16:01:07

Trentino, Festival della Famiglia: creare una "rete" per resistere ai morsi della crisi


“Il 2012 è stato l’anno più difficile per la famiglia: il morso delle ristrettezze si è sentito pesantemente. Diventa urgente allora l’intervento della politica, e noi stiamo lavorando proprio su questo, dalle iniziative per la conciliazione tra famiglia e lavoro, alla riduzione del costo dei prodotti dell’infanzia, alla revisione dell’ISEE.” Con queste affermazioni, Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, ha aperto ieri pomeriggio a Riva del Garda la prima giornata del Festival della Famiglia, sul tema “Se cresce la famiglia, cresce la società”. Questa mattina, la tre giorni è proseguita con un confronto tra sociologi, rappresentanti delle associazioni familiari e le istituzioni. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro:RealAudioMP3

La famiglia, bene della società e risposta forte alla precarietà dei nostri tempi. Questo è lo slogan che sta caratterizzando il Festival della Famiglia. Ma questa realtà, ha bisogno di essere sostenuta da politiche sociali che vedano in essa una risorsa da cui partire per uscire dalla crisi e non solo un peso da sostenere. E una particolare attenzione è stata rivolta soprattutto alle famiglie numerose. Ascoltiamo Giampiero Dalla Zuanna, docente presso la Facoltà di Scienze statistiche dell’Università di Padova:

R. - Secondo me, lo Stato ha il dovere di intervenire per stabilire pari opportunità fra i suoi cittadini. Tutti i dati dimostrano che i bambini che hanno più fratelli sono penalizzati. Quindi, a mio avviso lo Stato deve intervenire proprio per colmare questo handicap; ovviamente si tratta di un handicap economico non sociale. Che tipo di interventi fare? Ce ne sono due tipi: il primo, è permettere il più possibile alle madri che hanno più figli di lavorare, perché in questo modo, raddoppiando il reddito della famiglia con il lavoro della donna, si aumentano le opportunità economiche anche per i bambini che hanno più fratelli. Il secondo, è fare tutta una serie di interventi che tengano in considerazione il fatto che i genitori che hanno più figli hanno una quantità maggiore di risorse da spendere per i figli. Quindi, misure di vario tipo: si va dal quoziente familiare, che è adottato in Francia, fino agli assegni familiari, scelta operata da altri Paesi - lo era anche dell’Italia anche se adesso sono ridotti ai minimi termini… Qualcosa si può fare.

D. - Secondo lei, è possibile anche costruire una rete di aiuto proprio tra le famiglie?

R. - Effettivamente, ci può essere una rete fra le famiglie che attraverso i modi di sostegno già diffusi in Italia, come lo scambio di aiuti fra i componenti della stessa famiglia magari non coresidenti ma nonni, zii, nipoti, ecc… possa diventare anche una rete di aiuto fra famiglie. Sto pensando ad esempi come i gruppi d’acquisto o altre cose di questo tipo che oltre generare fortissimi risparmi, generano anche reti di solidarietà e reti di amicizia che non sono una cosa da nulla, no? Credo che queste cose vadano sostenute, magari anche fiscalmente, stimolando la sussidiarietà tra le persone che vogliono mettere in piedi queste cose.

D. - Ma di cosa hanno bisogno questi nuclei? Ascoltiamo la vice presidente dell’associazione famiglie numerose Raffaella Butturini:

R. - Intanto, una famiglia numerosa ha bisogno prima di tutto dell’accoglienza, di non essere guardata come un’extraterrestre o come fosse uno spettacolo da circo da mettere in mostra. Soprattutto, c’è bisogno di una presa di consapevolezza da parte delle istituzioni del fatto che siamo una risorsa per il Paese. Si guarda alle famiglie sempre pensando a queste come dei nuclei bisognosi, da dover sostenere: non si pensa - come dice lo slogan del Family del Trentino - che se la famiglia cresce, cresce anche la società. Se la famiglia sta bene, la società sta bene. E quindi sostenuta, potenziata e valorizzata come risorsa, la famiglia è automaticamente un bene che ricade nella società.







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