2012-10-25 13:08:57

Il federalismo fiscale non decolla. Comuni penalizzati


Sono più di 8 mila i comuni italiani, istituzioni antichissime, spesso primo punto di riferimento per tanti cittadini. Eppure i tagli effettuati dai governi al bilancio pubblico, in questi anni hanno colpito soprattutto le municipalità. Alessandro Guarasci ne ha parlato con Walter Tortorella, direttore del Centro Documentazione dell’Anci, che ha scritto “Lo stato dei comuni” edito da Marsilio RealAudioMP3

R. – C’è pochissimo federalismo per quello che riguarda i comuni. Non avendo autonomia finanziaria, le amministrazioni comunali, di fatto, non hanno quello spazio, non destano quella preoccupazione che invece hanno fatto destare le consulte regionali. Questo perché ovviamente le amministrazioni regionali avevano anche autonomia di denaro e disponibilità di denaro, cosa che non succede per le amministrazioni comunali. Sono anni che i comuni chiedono un federalismo che vada oltre la parte squisitamente di delega, di funzioni e servizi ma anche la possibilità di avere risorse a disposizione per i propri cittadini.

D. - L’impressione è che i cittadini si rivolgano sempre più ai comuni per avere servizi di welfare. Le risorse sono però sempre molto limitate. Si riesce a far fronte davvero ai bisogni dei cittadini?

R. – Siamo ormai vicini al punto di rottura, sono quattro anni che la spesa in welfare per le amministrazioni e i comuni in particolare, che sono in prima linea, è al palo. E’ stato annullato, annientato il fondo che veniva dall’amministrazione centrale in materia di spese sociali. Quindi oggi la situazione è che i comuni non riescono in moltissimi casi a far fronte a quelli che sono i bisogni primari, ovvero sia asili nido, assistenza agli anziani, in particolare, che sono i due grandi problemi dei comuni.








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