Filippine: a Mindanao famiglia tribale massacrata da soldati dell’esercito
Una famiglia tribale è stata massacrata dai soldati dell’esercito filippino nella
zona di Columbio (provincia di Sultan Kundarat), sull’isola di Mindanao, nel Sud delle
Filippine. Come confermano fonti locali dell'agenzia Fides, le vittime sono Juvy Capion,
27 anni, incinta di tre mesi, e i suoi due figli, Jordan Capion e John Mark Capion,
di 13 e 8 anni. I tre sono stati uccisi il 18 ottobre scorso nella loro fattoria di
montagna. Secondo la ricostruzione di Fides, l’esercito stava dando la caccia a Daguil
Capion, marito di Juvy, noto come leader di “Pangayaw” (in lingua locale “vendetta”),
iniziativa di lotta lanciata dalle comunità indigene contro la grande Compagnia mineraria
“Smi-Xstrata”. L’uomo è riuscito a fuggire, ma sua moglie e i figli sono morti sotto
il fuoco dei militari, parte del contingente che aveva il compito di difendere la
compagnia. In alcuni messaggi inviati a Fides, i diversi gruppi tribali, le autorità
civili, le associazioni per i diritti umani, i missionari, la Chiesa locale, esprimono
sdegno e profonda amarezza per l’accaduto. Padre Peter Geremia, missionario del Pime,
responsabile dei programmi di sviluppo dei tribali nella diocesi di Kidapawan, ricorda
addolorato la famiglia tribale, che conosceva personalmente. In una nota inviata a
Fides, il missionario dichiara: “Il primo mandato dei soldati, secondo il loro giuramento
costituzionale, è quello di proteggere i civili. Se mettono a rischio la vita dei
civili, tradiscono il loro giuramento, non sono più soldati delle Filippine, ma mercenari
di una società estera che li paga per uccidere chiunque si ponga sulla loro strada”.
La Compagnia mineraria “Smi-Xstrata”, secondo il missionario, diventa “complice nell’uccisione
di donne e bambini. L'oro, i vostri milioni, le vostre mani sono bagnati di sangue
innocente”. Padre Geremia conclude citando un passo del Vangelo “Beati quelli che
hanno fame e sete di giustizia, Beati i costruttori di pace”. Il massacro ha avuto
luogo il giorno successivo al primo anniversario dell'omicidio di padre Fausto Tentorio,
missionario del Pime ucciso ad Arakan il 17 ottobre 2011. Secondo gli attivisti locali
del movimento “Justice for Fr Pops”, lo stesso Battaglione che addestra i soldati
e i gruppi paramilitari “diffonde il terrore mentre sostiene di promuovere la pace
e lo sviluppo”. Sebbene il Presidente Aquino abbia chiesto una indagine approfondita
sull’omicidio di padre Tentorio, finora non vi sono risultati credibili perché, secondo
gli attivisti, persone influenti, in particolare alcuni militari, stanno bloccando
le indagini. (R.P.)