Famiglie e crisi. Patriarca al ministro Grilli: legge di stabilità non aiuta il Paese
Le famiglie sempre più colpite dalla crisi. Secondo uno studio Censis-Confcommercio,
negli ultimi sei mesi il 18% delle famiglie non è riuscito a pagare per intero le
spese con il proprio reddito. E questa tendenza rischia di peggiorare se si pensa
che a settembre le retribuzioni sono salite solo dell’1.4% contro un’inflazione del
3.2%. Solo ieri il messaggio della Cei per la 35.ma Giornata Nazionale per la vita.
Alessandro Guarasci:
Per Confcommercio
quasi una famiglia su 5 non arriva a fine mese. Si tratta di 4,5 milioni di nuclei
che per il 56% ricorrono ai risparmi in banca, mentre il 21% si indebita o posticipa
i pagamenti. La pressione fiscale nel 2013 raggiungerà il 55% e l’economia sarà ancora
in recessione. Ne consegue che i consumi nel periodo 2012-2013 crolleranno del 5%,
806 euro pro capite. Una conferma indiretta viene dall’Istat che ad agosto mette in
luce come le vendite al dettaglio siano rimaste ferme. Effetto anche dello scarso
potere d’acquisto dei salari. Ieri la Cei ha ribadito come non si possano più chiedere
sacrifici alle famiglie. Edoardo Patriarca, segretario del Comitato organizzatore
delle Settimane Sociali.
R. – Il sistema fiscale non aiuta e non aiuta per
nulla famiglia, anzi la colpisce. Credo che la vera riforma - quella che attendiamo
tutti e non tanto per una sorta di attenzione moralistica verso la famiglia, ma proprio
perché si riconosca che la famiglia è un soggetto della Repubblica - sia quella di
una riforma fiscale che finalmente riconosca la famiglia come un soggetto a tutto
tondo: finché non si farà questo è inutile parlare di politiche sulla famiglia, è
inutile parlare di bonus per i figli, è inutile parlare di bonus per i pannolini.
E’ importante che si dia un segnale alle famiglie e soprattutto alle famiglie che
hanno bambini, perché il dramma di questa vicenda è che si colpisce proprio – come
dire - la base di vita del nostro Paese, la stessa base di vita di una Repubblica:
si colpiscono cioè le famiglie che fanno bambini!
D. – Ma, secondo lei, finora
è mancata la volontà politica?
R. – Credo che, paradossalmente, passati ormai
tanti governi, oggi a forza di dire che la riforma in quella direzione costa troppo,
si fanno tante altre spese in altro modo e tutto è stato rinviato. Credo ci sia un
reale pregiudizio su questa vicenda. Bisogna smetterla davvero e chiedere finalmente
ai cattolici impegnati in politica di fare una scelta chiara e forte come, tra l’altro,
avevamo auspicato già nella Settimana Sociale di Reggio Calabria.
D. – Vede
anche un impoverimento che sta aumentando?
R. – Non è vero quello che mi pare
affermi il ministro Grilli. Il Paese si sta impoverendo giorno dopo giorno. Non mi
pare che le attuali proposte della legge di stabilità per sostenere la crescita del
nostro Paese vadano nella direzione di aiutare proprio quei soggetti che oggi stanno
soffrendo. Se non si aiutano le persone che sono in difficoltà, molto semplicemente
io dico che – e non sono un economista – neanche il mercato tonerà a crescere.
D.
– Spesso la Chiesa è uno dei soggetti che intervenire per aiutare gli indigenti, ma
da sola non ce la può fare...
R. – Credo che la Chiesa sia l’unica che, in
tutti questi anni, abbia ribadito questo. Ritengo che spetti un po’ a tutti noi far
comprendere - e non a caso la Settimana Sociale di Torino è dedicata alla famiglia
- che la famiglia è un soggetto della Repubblica: non è una questione cattolica, ma
è una questione che riguarda il futuro di questo Paese.