I cattolici di Terra Santa chiedono di fermare il muro di separazione nella valle
di Cremisan
Con un comunicato diffuso ieri, ripreso dall'agenzia Sir, l’Assemblea dei capi delle
Chiese cattoliche di Terra Santa (Aocts), condanna il progetto relativo ad un muro
di separazione israeliano nella valle di Cremisan. Tale progetto prevede la confisca
di terra che penalizzerà il villaggio di Al Walaja, così come la vita di 58 famiglie
cristiane di Beit Jala, il cui sostentamento dipende principalmente da questa terra.
Un muro che spingerà ancora più cristiani ad emigrare. Inoltre, le due congregazioni
locali salesiane che vi abitano, saranno limitate nel loro lavoro missionario verso
la comunità locale, che separata dalla valle di Cremisan, perderà una delle sue ultime
grandi aree agricole e ricreative, così come alcune fonti di acqua fondamentali per
gli agricoltori della regione. Problemi, secondo l’Aocts, anche “per i 450 bambini
che seguono le lezioni presso l’istituto delle suore salesiane, costretti, d’ora in
poi, a frequentare una scuola simile ad una prigione, circondata da recinzioni e posti
di blocco militari”. L’Aocts, forte della sentenza del 9 luglio 2004 della Corte internazionale
di Giustizia che ha stabilito illegale il muro di separazione, ha chiesto, quindi,
alla Société Saint-Yves di presentare una denuncia contro le autorità militari. Nel
comunicato, infine, i leader delle Chiese cattoliche “negano categoricamente l‘esistenza
di un accordo esplicito o implicito tra il Vaticano, la Chiesa locale e le autorità
israeliane per la costruzione di questo muro illegale e chiedono con fermezza ad Israele
di astenersi dal suo piano di separare la valle di Cremisan da Betlemme”. (R.P.)