2012-10-24 14:30:24

Germania: inaugurato monumento in ricordo dell’olocausto di Rom e Sinti


Inaugurato ieri a Berlino, in Germania, un monumento in ricordo dell’olocausto di Rom e Sinti durante la seconda guerra mondiale. La cerimonia, alla presenza di alcuni superstiti e della cancelliera tedesca Merkel, la quale sul suo canale Youtube ha sottolineato “l’importanza di coltivare la cultura della memoria”. L’avvenimento rappresenta l’occasione per riflettere su questo particolare aspetto della persecuzione nazista. Eugenio Bonanata ne parlato con Brunello Mantelli, docente di Storia Contemporanea all’Università di Torino:RealAudioMP3

R. – E’ molta la dimenticanza dell’opinione pubblica, ma in realtà sono usciti in Germania - ma non solo e anche in Italia – studi pregevoli sulla persecuzione di Rom e Sinti. Quello che si può dire è che la persecuzione di Rom e Sinti è stata ricondotta alla dimensione della persecuzione degli asociali, data la marginalità sociale di Rom e Sinti, trascurando quindi la dimensione razziale. Invece, entrambe le cose, procedevano parallele.

D. – Perché venivano perseguitati i Rom e i Sinti?

R. – Originariamente, prima del nazismo, in tutta Europa c’era una sorta di ostilità verso Rom e Sinti per la loro marginalità sociale, che li faceva sostanzialmente identificare con persone che vivevano di espedienti. Nel caso del Terzo Reich, questa marginalità sociale venne ricondotta ad una dimensione razziale: Rom e Sinti - dicevano - si comportano in modo – tra virgolette – asociale e questo, a loro avviso, dipendeva da un dato razziale. Questo è il processo di "razzizzazione" che il Terzo Reich applica anche a categorie di oppositori politici o a figure come quelle degli omosessuali. Se sono diversi è perché sono razzialmente impuri. Questo è il principio.

D. – Quanti furono quelli sterminati dai tedeschi?

R. – Questa cosa è abbastanza complessa da definire, perché mentre gli ebrei erano cittadini della Germania o degli Stati occupati e quindi avevano i documenti ed erano registrati alle anagrafi, i Rom e i Sinti, in quanto nomadi, non erano ben registrati oppure si spostavano di continuo. Ragionevolmente una stima di 200 mila è significativa. Le stime vanno da 80 mila a 200 mila: diciamo che 200 mila può essere una cifra significativa e vicina alla realtà.

D. – Provenivano da quali Paesi?

R. – Diciamo da un po’ tutti i Paesi occupati, con prevalenza dall’Europa Centro-orientale e dalla zona balcanica. Ci fu una persecuzione anche in Italia e attualmente c’è una ricerca di dottorato, in corso, di una mia allieva, in cui ha dimostrato come il regime fascista abbia avuto una propria politica di persecuzione di Sinti e Rom, che sfocia poi anche nella deportazione di alcune decine di Sinti e Rom italiani, definiti anche come italiani o residenti in Italia, nonostante le difficoltà di cui dicevo prima. Quindi anche l’Italia non è fuori da questo cono d’ombra.

D. – C’è un campo di concentramento che è stato – diciamo così – maggiormente utilizzato per i Rom e i Sinti?

R. – Sicuramente Auschwitz-Birkenau. Una sezione di Birkenau fu utilizzata proprio come campo per famiglie Rom e Sinti dell’Europa centro-orientale.

Ultimo aggiornamento: 25 ottobre







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