Siria: due fedeli rapiti e uccisi. Il patriarca Laham: “I cristiani sono strumentalizzati
nel conflitto”
Lunedì due fedeli cristiani sono stati rapiti e uccisi a Damasco, mentre un’autobomba
è esplosa nei pressi della chiesa di Sant’Abramo, nel quartiere di Jaramana, nel Nord
di Damasco. I due fedeli uccisi sono il fratello e il cugino del giovane sacerdote
padre Salami, parroco greco-cattolico di Damasco. Come riferito all'agenzia Fides,
lunedì i due stavano viaggiando da Qusair a Damasco. Un gruppo armato li ha fermati
e sequestrati, poi ha chiesto un riscatto di circa 30mila dollari alla loro famiglia.
Dopo due ore, i sequestratori hanno comunicato di averli uccisi. Nella tarda serata
di lunedì il terrore ha sconvolto i cristiani e i drusi residenti nel quartiere di
Jaramana, già noto per aver subito circa un mese fa altri attentati dinamitardi. Fonti
locali di Fides comunicano che una violenta esplosione è avvenuta nei pressi della
chiesa greco-cattolica di Sant’Abramo, danneggiando gli edifici circostanti, ma non
è tuttora chiaro se vi siano vittime e feriti. Interpellato dall’agenzia Fides, il
Patriarca greco cattolico Gregorio III Laham, in Vaticano per il Sinodo sulla nuova
evangelizzazione, spiega: “I cristiani sono usati come oggetti in una sfida al governo.
Non c’è persecuzione, non sono uccisi per la loro fede, ma sono vulnerabili e vengono
strumentalizzati per raggiungere altri obiettivi”. Il Patriarca ricorda con preoccupazione
che “anche il fratello del rettore del nostro seminario maggiore in Libano è stato
rapito dal 15 luglio e non se ne hanno più notizie. Questi episodi creano grande angoscia
fra i fedeli”. (R.P.)