Congo: richiesta di riscatto per i tre sacerdoti rapiti. I vescovi condannano il crimine
“Abbiamo ricevuto una telefonata di una persona che afferma di appartenere al gruppo
che ha rapito i tre religiosi, con una richiesta di riscatto” dice all’agenzia Fides
mons. Melchisedech Sikuli Paluku, vescovo di Butembo-Beni (nell’est della Repubblica
Democratica del Congo), nella cui diocesi sono stati rapiti 3 padri assunzionisti
(Agostiniani dell’Assunzione) di nazionalità congolese. Il vescovo si dimostra però
prudente sull’attendibilità della richiesta: “Siamo ancora in attesa di trovare un
canale affidabile per interloquire con i sequestratori”. La Conferenza episcopale
del Congo (Cenco) ha emesso un comunicato di condanna del rapimento. “Spero che i
sequestratori si rendano conto della dimensione del loro atto e che ne tengano conto”
continua mons. Sikuli Paluku. Il messaggio, firmato da mons. Nicolas Djomo, vescovo
di Tsumbe e Presidente della Cenco, oltre a condannare con fermezza il rapimento dei
tre sacerdoti religiosi (che si ricorda erano stati nominati da poco nella parrocchia
di Mbau), “fa appello ai sequestratori che hanno commesso questo gesto inammissibile,
affinché salvaguardino l’integrità fisica e morale dei tre sacerdoti e li liberino
senza condizioni per permettere loro di continuare il servizio pastorale e l’assistenza
alla popolazione di Mbau”. Riguardo alla notizia secondo cui a rapire i tre religiosi
sarebbero stati alcuni guerriglieri di origine ugandese che operano nella zona, mons.
Sikuli Paluku risponde: “Nella regione ci sono alcuni gruppi che sono nati in Uganda
ma che si trovano in Congo da anni, e sono ormai diventati congolesi anche perché
i loro membri si sono sposati con donne congolesi. Questi gruppi vivono di banditismo
oppure si mettono al servizio di altri. Non penso però che si tratti di loro. Ci sono
infatti altri gruppi autoctoni e credo che occorra guardare in quella direzione” conclude
il vescovo. (R.P.)