2012-10-21 15:46:13

Egitto-Etiopia: tensione per la gestione delle acque del Nilo


Tensioni crescenti tra Egitto ed Etiopia sono state svelate negli scorsi giorni da un documento pubblicato dal sito Wikileaks. A dividere i due Paesi, dissidi sulla gestione delle acque del Nilo, materia regolata dal 2011 da un nuovo accordo, e tornata d’attualità anche con l’indipendenza del Sud Sudan, che potrebbe cambiare gli equilibri della regione. Davide Maggiore ne ha parlato con Emanuele Fantini, ricercatore dell’Università di Torino ed esperto dell’area:RealAudioMP3

R. – A lungo, la gestione delle acque del Nilo è stata regolata da un Trattato del 1959 tra Egitto e Sudan, che tutelava in particolare i diritti dello “Stato a valle”, ovvero dell’Egitto. Questo Trattato ignorava i diritti dei restanti Paesi che fanno parte del bacino del Nilo, e quindi l’Etiopia, l’Uganda, il Kenya, la Tanzania, il Burundi e il Rwanda. Per tentare di ovviare a questa situazione, nel 1999 è stata lanciata l’iniziativa del Bacino del Nilo – Nile Basin Initiative – che si proponeva proprio di essere uno spazio di negoziazioni internazionale. Nel 2009 si è giunti alla creazione di un accordo-quadro complessivo che istituisce un organo che vorrebbe essere un’autorità sovrannazionale per la gestione delle acque del Nilo.

D. – Tuttavia, si tratta appunto di date precedenti all’indipendenza del Sud Sudan. Come l’apparire di questo nuovo Stato ha cambiato, in un certo senso, le carte in tavola?

R. – Nel 2011 si è raggiunta la ratifica di questo nuovo Trattato da parte di sei Paesi, che quindi è formalmente entrato in vigore. Il problema è che questi sei Stati sono tutti i Paesi “a monte”, in quanto Egitto e Sudan lamentano che questo nuovo accordo non riconosca sufficientemente e non tuteli i diritti storici di gestione e di accesso alle acque. Il Sud Sudan mi sembra esitante, in questo momento, a prendere una posizione definita: perché da un lato, comunque, continua a beneficiare del supporto e di aiuti anche del governo egiziano e quindi non vuole inimicarselo; dall’altro, sta sviluppando relazioni economiche, politiche e commerciali in particolare con l’Etiopia …

D. – Questo potrebbe in qualche modo influenzare, invece, le difficili negoziazioni che su molti altri temi il Sud Sudan intrattiene in questo momento con il Nord?

R. – Un’eventuale ratifica da parte del Sud Sudan di questo nuovo accordo per la gestione delle acque del Nilo, creerebbe al governo di Juba forse più problemi con il Cairo. Di sicuro, quella dell’accesso alle risorse idriche resta una partita estremamente delicata nella demarcazione del confine tra Nord e Sud Sudan nelle regioni dell’Abyei e del South Kordofan in cui – appunto – le popolazioni seminomadi si spostano per avere accesso ai pascoli e alle risorse idriche, a seconda delle stagioni.

D. – Più in generale, qual è l’importanza economica e geo-politica del Nilo?

R. – Credo sia importante sottolineare come nella storia la condivisione di un corso d’acqua abbia spinto gli Stati a cooperare, piuttosto che a combattere. Tuttavia, alcuni fattori, legati alla gestione dell’acqua, contribuiscono ad alimentare la tensione e questi fattori sono: l’esistenza di progetti unilaterali di sfruttamento delle risorse idriche, e nel Bacino, in questo momento, ci sono le dighe che l’Etiopia sta costruendo; l’assenza di un quadro istituzionale internazionale consolidato per la negoziazione e infine le trasformazioni socio-economiche. Nel Bacino del Nilo si trovano Paesi estremamente popolosi e in forte crescita demografica in cui si stanno verificando processi significativi di crescita economica, che aumentano la pressione sulle risorse idriche.







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