2012-10-20 17:11:38

Il Libano accusa la Siria: non ci sono dubbi sulla mano dietro l'attentato di ieri a Beirut


Si sono susseguite le condanne per l’attentato di ieri in Libano. Per gli Stati Uniti, si tratta di un segnale pericoloso mirato a destabilizzare il Paese, costato la vita ad 8 persone, tra le quali il capo dell’intelligence libanese, il generale sunnita al-Hassan. L’Iran ha apertamente accusato Israele, mentre gli Emirati Arabi Uniti si sono detti pronti ad assistere il Libano per garantire sicurezza e stabilità. A Beirut è stata una giornata di grande allerta, mentre molte accuse vanno in un’unica direzione. Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

In Libano è convinzione che dietro alla strage di ieri ci sia la mano siriana. Il generale al-Hassan era uomo molto scomodo, aveva sventato un complotto di matrice siriana atto a destabilizzare il Libano, e aveva anche fatto finire in manette un ministro libanese coinvolto, per conto di Damasco, in attentati contro personalità anti-siriane. L’accusa l’ha lanciata in modo inequivocabile il premier sunnita Miqati, che ha anche presentato le sue dimissioni rifiutate però dal presidente il cristiano maronita Suleiman. Oggi le piazze libanesi si sono infuocate, i giovani sunniti del movimento che si oppone al governo filo-siriano, hanno bloccato per ore le strade della capitale, ma la tensione e gli scontri si sono estesi a tutto il paese, come a Tripoli dove nei combattimenti è stato ucciso un imam sunnita. Domani sarà una giornata pericolosa, l’opposizione, che l’ha già definita la giornata di collera contro Assad, ha chiamato i suoi a partecipare in massa ai funerali di al-Hassan che verrà poi sepolto accanto all’ex premier anti-siriano Rafiq Hariri. La tensione si è registrata anche al confine, colpi di arma da fuoco sono stati sparati dalla Siria in Libano, contro civili libanesi che manifestavano contro l’assassinio di al-Hassan.

A Beirut, in questi giorni, si trova Roger Bou Chahine, direttore dell’Osservatorio geopolitico mediorientale, Francesca Sabatinelli l’ha intervistato:RealAudioMP3

R. – La parte politica del gruppo “14 marzo”, che è quello che attualmente è all’opposizione e che in Libano rappresenta lo schieramento anti-siriano, è chiaramente un obiettivo continuo. Per questo lui stesso, al-Hassan, e tutti gli altri membri che rappresentano politicamente questo gruppo, erano a conoscenza degli attentati organizzati da tempo per colpire al cuore questa opposizione. Non vi posso nascondere che dopo l’attentato, specialmente non appena scoperto che era al-Hassan l’obiettivo, una grande depressione ha coperto il Paese intero, anche coloro che ovviamente sono dell’altro schieramento. Diciamo che è una situazione molto complicata, una situazione drammatica, e penso che se in questo momento non prevarrà la capacità politica di trattenere gli animi, potremmo veramente sprofondare nella voragine. E’un momento molto, molto drammatico.

D. – Roger Bou Chahine, la capacità politica da parte di chi?

R. – Dell’opposizione. Parlo cioè di chi può fermare le persone che scendono a manifestare in strada, perché qui in un attimo, qualsiasi incidente può causare veramente il ritorno ad una guerra civile. Questo purtroppo ormai è nell’aria.

D. – Si può ipotizzare che si sia trattato di un attacco terroristico di matrice jihadista?

R. – La dinamica dell’incidente è molto chiara. Per come è stato descritto – almeno secondo le mie ultime informazioni – si parla di una macchina ferma sulla strada, e questo non è un’opera jihadista. La Siria, da vent’anni a questa parte, continua a compiere attentati in Libano, eventualmente con mano libanese, non è necessario che i siriani stessi vengano qua. E’ una dinamica riconosciuta e molto sistematica nel Paese. Al-Hassan è stato uno dei membri di questo governo, in quanto capo dei servizi segreti libanesi, chiamato a mantenere la calma nel Libano del Nord, quando ci sono stati incidenti tra sunniti e sciiti, l’attentato avrebbe potuto essere anche una vendetta da parte dei sunniti radicali. Ma, ad oggi, non risultano operazioni di quel genere.







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