2012-10-19 14:34:25

Vertice Ue: accordo sulla supervisione bancaria. Contrasti Parigi-Berlino


A Bruxelles, il vertice dell’Unione Europea si è concluso oggi con un accordo sulla supervisione bancaria che, a partire dal 2013, interesserà tutte le seimila banche di Eurolandia. Non è passata invece la proposta della Germania di istituire un supercommissario con poteri di veto sui bilanci nazionali, proposta osteggiata dalla Francia. Da parte sua, Parigi ha chiesto alla Commissione europea di "accelerare la procedura" per dare il via a una cooperazione rafforzata affinché la tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax, possa essere applicata all'inizio del 2013. Tensioni in vista del prossimo vertice di novembre che dovrà varare il Bilancio dell’Ue 2014-2020: il premier britannico Cameron ha già fatto sapere che porrà il veto se ci saranno decisioni inaccettabili per Londra. Riguardo all’accordo di oggi, Salvatore Sabatino ha chiesto all’economista Carlo Altomonte quale sia l’importanza di una supervisione bancaria europea:RealAudioMP3

R. - L’Europa soffre, a livello nazionale, di un legame perverso tra banche e debito pubblico: il debito pubblico diventa rischioso, le banche che ce l’hanno in portafoglio diventano, esse stesse, a rischio e quindi faticano a prendere a prestito sui mercati internazionali, prestando di meno all’economia – è quello che si chiama “credit cranch” - e quindi l’economia rallenta e rallentando l’economia, il debito diventa più a rischio. C’è un circolo vizioso, che porta i Paesi ad una maggiore austerità, ma anche al rischio di minor crescita e quindi di possibile default. Bisogna spezzare questo circolo e una sorveglianza bancaria a livello europeo rende le nostre banche implicitamente meno rischiose, perché garantite da tutti i Paesi, e agevola i prestiti all’economia e quindi la crescita.

D. - Con questo traguardo raggiunto a Bruxelles, l’Europa può dirsi più al riparo rispetto alla crisi?

R. - Sono sempre i soliti passettini in avanti. Abbiamo aggiunto le finestre, qualche porta alla nostra nuova casa: dobbiamo ancora - ovviamente - rafforzare i muri, perché l’accordo avvia il processo di unione bancaria, ma di fatto lo concluderà dopo le elezioni tedesche del 2013 e non poteva che essere così. In parallelo c’è poi sempre la richiesta tedesca di un rafforzamento anche del lato fiscale e quindi della possibilità di veti incrociati sulle manovre dei Paesi, che resta sul tavolo. Secondo me, questo, è un altro importante pezzo di questa casa comune che stiamo costruendo.

D. - A Bruxelles, c’è stato anche il rinvio della ricapitalizzazione diretta delle banche in difficoltà da parte del Fondo Salva Stati, l’Esm, quando la vigilanza sarà davvero operativa. Può essere considerata una battuta di arresto per accontentare Berlino?

R. - Sì, questo sì secondo me. Su questo punto mi sento di essere un po’ più critico. In effetti, secondo me, le reazioni dei mercati, in questi giorni, saranno un po’ più negative rispetto all’euforia che abbiamo visto l’ultima settimana.










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