L’Orchestra giovanile italiana ricorda in concerto il fondatore Farulli
E’ stato dedicato a Piero Farulli, gigante della musica italiana e recentemente scomparso,
il concerto di ieri sera, alle 21, al Parco della Musica di Roma. John Axelrod, sul
podio, ha guidato sul podio l’Orchestra giovanile italiana fondata da Farulli, così
come la prestigiosa Scuola di musica di Fiesole, cui è andato il ricavato della serata.
“Un musicista e soprattutto un grande educatore”: così Andrea Lucchesini, direttore
dell’Orchestra giovanile italiana, ricorda Farulli. Gabriella Ceraso lo ha
intervistato:
R. - Piero
Farulli è stato senza dubbio un gigante del mondo della cultura. Ha rivoluzionato
- 38 anni fa - il mondo della didattica musicale con l’apertura di questa scuola di
Fiesole, che adesso è conosciuta in tutto il mondo, e questo grazie a dei principi
in Italia sconosciuti: fondare tutto l‘insegnamento mettendo al centro la musica di
insieme. Devo dire che oggi, anche nei conservatori, la lezione è stata capita.
D.
- Farulli è stato anche un grande violista, formatore di quartetti e, dunque, anche
musicista oltre che educatore…
R. - E’ stato tra i pochi a insistere sul valore
civico della musica, sul fatto che la musica andasse portata a tutti, perché con la
musica si vive meglio.
D. - Voi lo ricordate con un concerto dal programma
molto particolare: ci sono due capolavori del sinfonismo ottocentesco, ma soprattutto
ci sono due curiose fanfare americane dedicate all’"Uomo comune" e alla "Donna non
comune". Che cosa significa?
R. - Copland ha scritto la Fanfara dedicata all’"Uomo
comune" nel 1930, in America e in piena crisi economica: ha voluto scrivere che solo
con la forza di tutti gli uomini si poteva cercare di risalire la china. Molti anni
più tardi, John Tavener ha scritto, invece, questa Fanfara per la "Donna non comune"
perché voleva celebrare la donna al centro di molte iniziative importanti al pari
dell’uomo e perché, assieme all’uomo, poteva cercare di migliorare il mondo.
D.
- Quindi diciamo che, in due momenti diversi, ma composte con lo stesso obiettivo…
R.
- Sì, mettere l’uomo, come essere umano, al centro del mondo e delle attività.