Appello dal Sinodo: i cristiani riportino la speranza in un mondo in crisi
Esprimere la speranza in un mondo in crisi: questo l’obiettivo della nuova evangelizzazione,
ricordato ieri mattina dal Sinodo dei vescovi, in corso in Vaticano. Al centro della
17.ma Congregazione generale, le relazione dei Circoli minori che presentano alcune
proposte concrete per i documenti finali dell’assise. Il servizio di Isabella Piro:
Hanno seguito
metodi diversi, i Circoli minori - chi più schematico, chi più discorsivo – ma tutti
mirano al medesimo risultato: riportare la speranza in un mondo in crisi, in una modernità
liquida in cui c’è, allo stesso tempo, l’assenza e la nostalgia di Dio. Su cosa deve
puntare, dunque, la Chiesa? Innanzitutto su un esame di coscienza: se si parla di
nuova evangelizzazione, dicono i vescovi, forse è perché i cristiani hanno perso qualcosa,
qualcosa che la Chiesa non ha saputo offrire. D’altronde per evangelizzare bisogna
prima essere evangelizzati. Di qui, il richiamo forte al sacramento della penitenza.
Altro punto focale, il dialogo sia ecumenico che interreligioso: il primo
rende credibile l’annuncio del Vangelo; il secondo, soprattutto se basato sulla conoscenza
profonda della Bibbia e sulle testimonianze di vita, permette la diffusione della
Parola di Dio anche nei Paesi a maggioranza musulmana.
Non si può, inoltre,
ignorare la crisi profonda della famiglia, evidenziano i vescovi: nucleo di evangelizzazione,
va sostenuta incoraggiando i genitori come primi catechisti dei figli e ribadendo
l’importanza del sacramento del matrimonio. In quest’ottica, spazio anche ai nonni
e alle donne, per le quali viene suggerita la possibilità di un lettorato biblico.
Ancora aperta, invece, la proposta di un ministero per i catechisti, sebbene la loro
centralità – così come quella di tutti i laici – venga richiamata in tutte le fasi
della nuova evangelizzazione.
Uno spunto particolare guarda anche ai politici
cristiani: coerenti con la fede, dicono i vescovi, essi non devono scendere a compromessi,
ma lasciarsi guidare da una retta coscienza e da valori non negoziabili. E in questo
contesto, arriva anche l’invito a rilanciare le opere di giustizia sociale e di carità,
sulla scia della Dottrina sociale della Chiesa, ed anche perché l’opzione per i poveri
rende credibile l’annuncio del Vangelo e crea delle vere e proprie oasi di incontro
con Dio.
Proposte più specifiche pensano ad una revisione delle pratiche catechetiche
e dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e ad una missione mondiale di evangelizzazione,
che potrebbe essere lanciata dal Papa nell’ambito dell’Anno della fede.
Anche
i mass-media vengono chiamati in causa dal Sinodo: la perdita del senso del sacro
che si registra in essi, affermano i presuli, porta ad un’immagine deformata della
vita cristiana. Al contrario, se usati in modo corretto e da persone preparate, i
mezzi di comunicazione diventano alleati dell’evangelizzazione, grazie anche all’ampia
diffusione delle immagini, comprensibili da tutti.
Alcuni Circoli minori,
inoltre, chiedono che il Sinodo rifletta maggiormente sulla globalizzazione e sul
secolarismo – forse dovuto anche ad una certa mediocrità della vita cristiana - che
si faccia chiarezza sul ruolo dei carismi e sulle opportunità che essi offrono alla
Chiesa, che si ascoltino di più i giovani e che si dia maggior risalto agli insegnanti
e ai centri educativi come strumenti di evangelizzazione.
Le parrocchie e
le piccole comunità, poi, vengono invitare a ‘fare rete’ e si ricorda che il parroco
è spesso il primo catechista. Centrale anche il riferimento ai santi ed ai martiri
come testimoni credibili dell’annuncio del Vangelo e alla questione dei migranti,
che deve essere inclusa nel processo di inculturazione della Parola di Dio. Perché
in fondo, quello che si vuole portare nel mondo è l’incontro gioioso con Cristo.
Poco
prima della fine della Congregazione, i Padri sinodali danno la parola ad alcuni uditori.
In un Sinodo di vescovi che parla molto dei laici, dicono gli interventi, i laici
si appellano ai sacerdoti e dicono loro: trovate il coraggio di essere voi stessi,
non vi adattate al pensiero dominante, proponete senza paura la verità della fede.
E noi vi seguiremo, perché abbiamo fame infinita di qualcosa di eterno e vero.
Infine,
il segretario generale del Sinodo, mons. Nikola Eterović, rende noto che è stato aperto
un conto corrente bancario, presso lo Ior, sul quale i Padri sinodali potranno versare
le loro offerte di solidarietà per la Siria. Tali contributi, insieme a quelli della
Santa Sede, verranno portati a Damasco nei prossimi giorni dalla delegazione voluta
da Benedetto XVI.