Sinodo. Presentati i temi della relazione conclusiva: la Chiesa punta sui laici e
i catechisti
Parrocchia, ruolo dei laici e dei catechisti, ma anche impegno dei sacerdoti in particolare
nei luoghi di pellegrinaggio: di tutto questo si è parlato ieri mattina alla conferenza
stampa voluta il giorno dopo la presentazione della Relatio post disceptationem,
fatta mercoledì pomeriggio dal cardinale Donald Wuerl, che ha sintetizzato i principali
temi emersi finora al Sinodo. I lavori dei Padri sinodali proseguono nei cosiddetti
Circoli minori. Il servizio di Fausta Speranza:
“Per descrivere
in una sola parola o in una sola immagine quello che succede nel Sinodo, posso dire
che la Chiesa sta nelle fiamme dello Spirito Santo”.
A parlare è Sua
Beatitudine Sviatoslav Schevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyč,capo
del Sinodo della Chiesa Greco-Cattolica ucraina. La vivacità della Chiesa che
si incontra nelle persone di vescovi che vivono in Paesi e realtà così diversi tra
loro; le sfide e l’entusiasmo che si riaccende di fronte all’invito di Benedetto XVI
alla nuova evangelizzazione e all’Anno della fede: questi gli elementi che tornano
nei vari interventi. Poi alcune specificità. Il cardinale John Tong Hon, vescovo di
Hong Kong (Cina), sottolinea l’importanza di continuare a parlare del ruolo dei catechisti,
che può essere valorizzato proprio grazie allo scambio di esperienze. A essere nuovi
– sottolinea il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa
(Repubblica democratica del Congo) – devono essere l’ardore, il metodo e l’espressione
in un mondo, aggiunge, in cui tanti non credono più:
“Come possiamo parlare
di Dio, di Gesù Cristo, a un mondo che non crede più e che non pone la questione di
Dio o che pone questa questione male?”
Mons. Ján Babjak, arcivescovo
metropolita di Prešov per i cattolici di rito bizantino, presidente del Consiglio
della Chiesa Slovacca, sottolinea l’importanza dei luoghi di pellegrinaggio, con una
raccomandazione:
“A questi luoghi di pellegrinaggio dobbiamo mettere i
sacerdoti più preparati e maturi, quelli che amano Dio e anche quelli che amano gli
uomini, che sono chiamati a servire specialmente attraverso le Confessioni, l’ascolto
e la discussione sui loro problemi”.
Speranze e sfide si affrontano nell’unità
e nello scambio:
“It’ just wonderful to be part…" Queste sono parole
di mons. José Horacio Gómez, arcivescovo di Los Angeles, che
confida quanto sia straordinario per lui, che è alla prima avventura sinodale, ritrovarsi
parte di una Chiesa che riflette e discute e, sottolinea, dà tanta importanza al ruolo
del laicato. E di laicato e di parrocchia parla in particolare l'arcivescovo maggioreSchevchuk:
“La parrocchia è questo luogo dove oggi la Chiesa può
aiutare le famiglie a trasmettere la fede cristiana alle nuove generazioni e lo è
perché la fede può essere trasmessa solo dai credenti che la vivono. La parrocchia
è questo luogo di incontro con il Cristo vivente, risorto, presente nella Chiesa”.
Su
sollecitazione dei giornalisti, poi, il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya
spiega:
“Ci sono molti nuovi movimenti da noi. Naturalmente, bisogna mettere
un po’ di ordine, perché altrimenti ognuno comincia a fare ciò che vuole e c’è disordine
nella casa. Normalmente, i vescovi sono aperti, i nuovi movimenti fanno il loro lavoro
senza difficoltà ma ogni tanto c’è qualcuno che vuole imporsi al vescovo… Ciascuno
faccia il suo lavoro e poi le cose andranno bene!".
In sostanza, tutti
ribadiscono la sfida: indicare la strada di verità e bellezza della fede.