Myanmar: l'arcivescovo di Yangon ha aperto l'Anno della Fede
Mons. Charles Maung Bo, arcivescovo di Yangon, ha presieduto presso la Cattedrale
di Santa Maria, la solenne Eucaristia che ha aperto l’Anno della Fede nell’arcidiocesi
di Yangon. In riferimento al 50° anniversario del Concilio Vaticano II, il presule
ha ricordato la forza delle sfide che quell’evento ha posto alle strutture ed ai fedeli.
Alla solenne celebrazione hanno preso parte sacerdoti diocesani e religiosi, consacrati
e fedeli laici di tutte e 39 le parrocchie dell’arcidiocesi, per un totale di circa
1000 persone. L’evento è stato segnato anche da alcuni gesti come l’innalzamento di
una bandiera fuori la cattedrale e l’accensione di un cero. All’omelia mons. Bo ha
ricordato il 50° anniversario del Concilio Ecumenico Vaticano II. “Il Vaticano II
è stato il Concilio più significativo e importante dei secoli XX e XXI della vita
della Chiesa”. Ricordando le parole del beato Papa Giovanni XXIII ha detto: “La Madre
Chiesa si rallegra perché Dio Padre ha gettato il suo sguardo su di noi, siamo stati
unti da Dio Spirito e inviati da Dio Figlio” e ha incoraggiato i sacerdoti, i religiosi
e i fedeli a lavorare sempre più per il dialogo, l’apertura, la riconciliazione e
l'unità. “Il messaggio centrale del Vaticano II – ha proseguito l’arcivescovo – riguarda
un ‘Cambio di atteggiamento’. Molti di coloro che lo conoscono, non l’hanno ancora
attuato pienamente; molti ancora non l’hanno studiato e molti fanno finta di non conoscerlo,
perché le sfide che il Concilio ha posto di fronte a noi sono piuttosto scomode per
le strutture e le persone”. Mons. Maung Bo ha anche spiegato l’itinerario disposto
da Benedetto XVI per l’Anno della Fede: studiare in dettaglio il Credo degli Apostoli
e il Catechismo della Chiesa Cattolica; intensificare la testimonianza della carità;
studiare la storia della propria fede e, in particolare, vedere come la santità e
il peccato co-esistano. E ha detto ai presenti “studiate la vostra fede, condividete
la vostra fede, testimoniate la vostra fede!”. In conclusione, ha esortato i sacerdoti
e i religiosi “a dare attenzione alle persone, al perché dicono alcune cose, piuttosto
che a quello che dicono”. Nell’Anno della Fede, i parroci sono invitati a dare la
priorità al catechismo, ai fedeli nelle loro parrocchie. (A.T.)