La storia del padre gesuita Giacomo Berthieu, martire in Madagascar. Domenica sarà
canonizzato
Padre Giacomo Berthieu fu un sacerdote gesuita innamorato di Dio e della sua gente
malgascia. Venne ucciso per la sua fede nel 1896 in un piccolo villaggio del Madagascar.
Domenica il Papa lo canonizzerà in Piazza San Pietro. Di questa figura Benedetta
Capelli ha parlato con il postulatore della sua causa, padre Anton Witwer:
R. - E’ sempre
rimasto fedele alla fede ed è sempre rimasto fedele alla gente cristiana di quell’ambiente:
voleva veramente stare con la gente malgascia, voleva riuscire ad aiutarla a rimanere
fedele alla fede.
D. - Un esempio che, secondo lei, ha dato frutti nella terra
del Madagascar?
R. - Sì, certamente. E questa è sempre stata una caratteristica
della sua persona: sin dall’inizio si è sempre sentito attratto dalla gente semplice,
dalla gente povera, dalla gente che più aveva bisogno. Proprio questo ha fatto maturare
anche in lui la sua vocazione missionaria: prima di entrare nella Compagnia di Gesù
è stato per dieci anni sacerdote diocesano. Questo suo amore per la gente, questo
suo desiderio di annunciare Gesù Cristo lo ha portato nella missione. Era una persona
molto semplice, molto umile e ha cercato di fare di tutto per far comprendere alla
gente che Dio ci è vicino: Dio, Gesù Cristo, è vicino alla persona semplice, povera,
malata.
D. - La sua fu una morte molto violenta…
R. - Questo è vero.
Tutta la sua vita è stata una preparazione al suo martirio: era disposto a offrire
la sua vita per gli altri e questo per testimoniare Gesù Cristo. Quando i gruppi di
Menalamba, che volevano estirpare la fede cristiana dal Paese, lo trovarono e lo presero
immediatamente, non appena videro il Crocifisso che portava al collo, gli dissero:
“Ecco il tuo amuleto: è di questo che ti servi per traviare la gente?”. E la sua risposta
fu: “Continuerò ancora a pregare e a far pregare per te!”.
D. - Siamo nell’Anno
della Fede: questo nuovo santo può essere un emblema per la nuova evangelizzazione?
R.
- Sì, perché la sua testimonianza è veramente una testimonianza di fede, perché la
fede è espressione dell’amore per il prossimo e per Dio.
D. - C’è un episodio
particolare della vita del nuovo santo che è, per lei, emblematico?
R. - Per
motivi politici, in alcuni periodi, doveva lasciare la gente malgascia e andare a
lavorare fra i soldati francesi: in lui c’era sempre il profondo desiderio di tornare,
quanto prima possibile, tra la sua gente, per confortarla, per assicurarsi che potesse
vivere pienamente la fede cristiana.