Cambogia: veglie e preghiere dei cattolici in ricordo di re Sihanouk
La morte di re Norodorm Sihanouk era un evento "atteso", che non ha colto di sorpresa
la popolazione cambogiana; "l'età avanzata e l'esilio" che si era imposto dal 2004
"lo hanno tenuto lontano dalle vicende interne, ma la gente mostra però ancora di
amarlo". È quanto afferma p. Mario Ghezzi, missionario del Pontificio Istituto Missioni
Estere (Pime) da 12 anni nel Paese del Sud-est asiatico, che anticipa all'agenzia
AsiaNews la "veglia di preghiera di tutte le comunità cattoliche" in programma per
sabato sera, 20 ottobre. Phnom Penh ha accolto listata a lutto la salma dell'ex monarca,
scomparso all'età di 89 anni il 15 ottobre scorso a Pechino, dove ha trascorso per
cure mediche gli ultimi anni di vita. Secondo fonti governative, quasi 100mila persone
hanno assistito al passaggio della bara, durante il tragitto dall'aeroporto a Palazzo
reale. La Cambogia osserva una settimana di lutto nazionale e la salma di Sihanouk
resterà esposta per tre mesi, per permettere alla popolazione di dare l'estremo saluto
a un politico, prima ancora di un monarca, che ha segnato la storia recente del Paese.
Il governo ha bandito programmi radio e tv "gioiosi", che contrastano con il "dolore"
per la perdita del re. Cancellato anche il Festival dell'acqua, in programma il mese
prossimo, celebrazione caratterizzata da fiere, eventi e fuochi d'artificio che attira
ogni anno milioni di visitatori. Padre Ghezzi conferma ad AsiaNews la "gran folla
che ha accompagnato il passaggio della bara", nei "10 km che dividono l'aeroporto
dal Palazzo reale". Il missionario racconta che "nonostante il sole cocente, molti
hanno atteso anche cinque ore per veder passare la bara". Anche la Chiesa cattolica
cambogiana intende onorare la memoria del defunto monarca, con eventi speciali e celebrazioni.
"Sabato sera - racconta padre Ghezzi - si terrà una veglia di preghiera in tutte le
comunità cattoliche del vicariato apostolico" di Phnom Penh. Nella capitale la celebrazione
sarà presieduta dal vescovo emerito mons. Emile Destombes, che "ha personalmente conosciuto
e incontrato più volte re Sihanouk". Il prelato racconta sempre, conclude il missionario
Pime, di come il monarca gli avesse confidato che "nella sua camera da letto avesse
una statua della Madonna di Lourdes, che invocava ogni sera prima di coricarsi". Intanto
analisti ed esperti di politica cambogiana si interrogano sul lascito del defunto
re e sul futuro della monarchia nel Paese. Se in passato re Sihanouk ha saputo guidare
la nazione all'indipendenza, altri ricordano le troppe influenze esercitate dagli
stranieri e la connivenza col regime dei Khmer rossi, durante il quale anch'egli ha
perso cinque dei suoi 14 figli. Un tempo egli era considerato una "minaccia" per il
potere del premier Hun Sen, col quale ha più volte avuto forti scontri verbali; tuttavia,
la decisione di abdicare nel 2004 per il figlio Sihamoni ha contribuito a placare
le acque, stemperando la lotta di potere. Oggi l'attuale monarca è visto come una
figura "simbolica", senza nessuna influenza reale nella vita della nazione. Per questo
i più concordano nell'affermare che il vero erede di re Sihanouk è l'attuale Primo
Ministro Hun Sen, ex quadro nel regime di Pol Pot, da decenni alla guida della Cambogia
e vero leader della nazione. (R.P.)