Pakistan: a Karachi radicali islamici attaccano la chiesa di San Francesco
La chiesa cattolica di San Francesco, la più antica dell’arcidiocesi di Karachi, nella
città vecchia, è stata attaccata da una folla di circa 600 radicali islamici che hanno
devastato il cortile intorno, senza però riuscire a sfondare la porta di ingresso.
I due frati francescani che vi risiedono, padre Victor Mohan e padre Albert Jamil,
e le suore che qui prestano servizio “sono impauriti, temono altri attacchi, ma confidano
nella Provvidenza di Dio”, raccontano all'agenzia Fides. L’episodio, che ha destato
sdegno e preoccupazione in tutta la comunità cattolica di Karachi, è avvenuto alle
19 di venerdì scorso, 12 ottobre. Un padre francescano racconta a Fides: “Padre Victor
aveva appena finito di celebrare un matrimonio, quando ha sentito rumori e grida fuori
dal compound della chiesa. Subito tutti i fedeli, le donne e i bambini sono stati
messi al sicuro, nella casa parrocchiale. I radicali, urlando grida contro i cristiani,
hanno fatto irruzione iniziando a devastare qualsiasi cosa: auto, moto, vasi di fiori.
Hanno infranto un'edicola e preso la statua della Madonna. Hanno cercato di forzare
il portone della chiesa, tirando sassi contro la chiesa e distruggendo le vetrate”.
Gli atti vandalici sono proseguiti per un’ora, poi, all’arrivo della polizia, la folla
si è dispersa. Secondo fonti di Fides, l’attacco può essere ancora una reazione al
film blasfemo su Maometto o comunque legato alla questione della blasfemia. Nei giorni
successivi la Chiesa cattolica di Karachi ha organizzato una manifestazione pubblica
di protesta, guidata dall’arcivescovo di Karachi, mons. Jospeh Coutts, con la partecipazione
di centinaia di sacerdoti, suore, laici, dei membri della Commissione “Giustizia e
pace” e di attivisti per i diritti umani. L’assemblea, riunita in modo pacifico, ha
pregato per la pace e il rispetto di tutte le religioni. L’arcivescovo Coutts ha detto
a Fides: “La chiesa di San Francesco ha sempre servito i poveri con una scuola e un
dispensario medico tenuto dalle suore. Da quasi 80 anni compie un umile servizio all’umanità,
senza alcuna discriminazione di casta, etnia o religione. Perchè questi atti? Perché
non siamo al sicuro?”. Mons. Coutts chiede la protezione del governo e invita i cittadini
del Pakistan “al rispetto di tutte le religioni, perché possiamo vivere nell’armonia
e nella pace”. Seguendo il loro specifico carisma di dialogo e accoglienza, i francescani
di Karachi collaborano con organizzazioni e leader musulmani in molti campi di servizio
sociale. (R.P.)