2012-10-17 13:27:02

Commissione Onu: centinaia di jihadisti in territorio siriano


In Siria vi sono centinaia di "islamisti radicali o jihadisti", molto pericolosi, che combattono contro Assad per i loro progetti e non in funzione della democrazia nel Paese. Lo afferma Paulo Sergio Pinheiro, a capo di una Commissione Onu per la verifica sugli abusi dei diritti umani in Siria. Nel primo rapporto dopo un mese di verifiche, egli afferma che vi è "una crescita drammatica di tensioni confessionali" causati da combattenti stranieri. Essi - sottolinea Pinheiro - non sono un grande esercito, ma "non combattono per la democrazia e la libertà, ma per una loro agenda". Da tempo diverse fonti mettevano in guardia la comunità internazionale sulla presenza in Siria di centinaia di combattenti islamici vicini ad Al Qaida, provenienti da diverse parti del mondo islamico: Iraq, Libia, Egitto, Afghanistan, Cecenia, Ucraina, Mali e Somalia. Anche il governo di Damasco ha spesso accusato "gruppi terroristi" presenti fra le file del Free Syrian Army, responsabili di molti attentati sanguinari. Secondo il governo ve ne sono almeno migliaia. Pinheiro ha fatto notare che la presenza di jihadisti "può contribuire alla radicalizzazione... e questa presenza è particolarmente pericolosa" nel conflitto. Le preoccupazioni dell'Onu avvengono proprio mentre Lakhdar Brahimi, l'inviato Onu per il processo di pace, sta tentando di varare una tregua che coinvolga tutte le parti in lotta e i loro sponsor. La tregua dovrebbe avvenire per la festa di Eid al-Adha, che si celebra alla fine di ottobre. Il timore è che i gruppi jihadisti non rispondano all'appello e continuino a lottare. Nella comunità internazionale si è pure cauti dopo le rivelazioni del New York Times, secondo cui, molte delle armi che Arabia saudita e Qatar inviano ai ribelli, cadono nelle mani dei jihadisti. (R.P.)







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