Tanzania: arresti e impegno al dialogo dopo l'assalto alle chiese
Più di 120 persone sono state arrestate a Dar es Salaam in relazione a disordini che
erano culminati venerdì in assalti a tre chiese della principale città della Tanzania:
la notizia, diffusa dalla polizia, è confermata all'agenzia Misna da responsabili
della Conferenza episcopale. I disordini si erano verificati a Mbagala, un quartiere
tra i più poveri di Dar es Salaam, abitato in maggioranza da musulmani. Centinaia
di persone avevano preso d’assalto una chiesa anglicana, una luterana e una evangelica
dopo che una lite tra ragazzi era sfociata in un atto ingiurioso nei confronti di
una copia del Corano. Solo l’intervento della polizia, riferiscono le fonti dell'agenzia
Misna, avevano impedito ai giovani di raggiungere la chiesa cattolica dell’area. Secondo
padre Vic Missiaen, il segretario della Commissione giustizia e pace della Conferenza
episcopale, i disordini sono il frutto della “propaganda di gruppi estremisti in un
quartiere dove la povertà alimenta tensioni sociali”. A Mbagala sarebbero attivi elementi
legati a Uamsho (Risveglio, in lingua swahili), un gruppo islamico radicale forte
soprattutto nell’isola di Zanzibar. “La grande maggioranza dei musulmani non condivide
queste posizioni estremiste – sottolinea padre Missiaen – ma la presenza di questi
gruppi costituisce un rischio”. A confermare gli orientamenti predominanti a Dar es
Salaam è stato Sheikh Alhadi Musa, massima autorità islamica della città e presidente
del Comitato interreligioso locale. Sheikh Musa ha sottolineato che l’oltraggio al
Corano “non riflette in alcun modo la posizione della comunità cristiana”, annunciando
l’invio a Mbangala di un gruppo di giovani incaricati di far comprendere a tutti l’importanza
del dialogo tra le religioni. (R.P.)