Sinodo: i Santi esempi di una evangelizzazione efficace in ogni epoca
Tredicesima Congregazione generale, stamani, per il Sinodo sulla nuova evangelizzazione.
In calendario, anche gli interventi degli uditori, per lo più laici impegnati nell’annuncio
del Vangelo. Ieri pomeriggio, invece, i vescovi hanno riflettuto sul ruolo primario
dei Santi, modelli e testimoni dell’evangelizzazione contemporanea. Il servizio di
Isabella Piro:
I Santi sono convincenti perché sono coerenti nella
vita e nella fede. E la coerenza è la chiave della nuova evangelizzazione. Lo afferma
il Sinodo, ribadendo che ogni cultura può essere evangelizzata, perché la carità –
praticata dai Santi – è compresa da tutti. Soprattutto nell’epoca contemporanea, dicono
i vescovi, in cui è diffusa una mentalità che disprezza la religione, la considera
un ostacolo allo sviluppo e spinge l’uomo all’ateismo mascherato dall’indifferenza
e alimentato anche dalle discordie interne alla Chiesa che a volte offre un cattivo
esempio.
Per la nuova evangelizzazione occorrono, dunque, nuovi evangelizzatori
– sostengono i vescovi – che abbiano una fede retta, pratichino l’arte della preghiera,
siano appassionati del Signore, così da non restare al margine delle sfide più urgenti
della contemporaneità, come le minacce alla pace o il vilipendio dei diritti umani
fondamentali, tra cui il diritto alla vita. In pratica, evidenzia il Sinodo, bisogna
essere cristiani per convinzione e non per tradizione, offrendo un servizio generoso
alla fede in Cristo e partendo dalla conversione personale.
Per ottenere questo
risultato, i Padri sinodali richiamano l’importanza dell’apostolato biblico, dell’omiletica
e della catechesi che devono essere più coinvolgenti e parlare direttamente al cuore
dell’uomo, assetato della Parola di Dio ed in cerca di un vero significato per la
sua vita. Anche perché, soprattutto in Africa, la nuova evangelizzazione deve fronteggiare
le sètte che, con le loro promesse illusorie di salute e successo immediati, provocano
una vera emorragia di cristiani dalla Chiesa.
Sulla stessa linea, anche il
richiamo a rafforzare le parrocchie e a porre maggiore attenzione al linguaggio che
viene usato per evangelizzare: se troppo complicato, infatti, esso finirà per allontanare
i giovani. Di qui, anche la necessità anche di una formazione spirituale per gli operatori
dei media cattolici, soprattutto in un’epoca in cui i mass-media, in genere, mirano
a screditare ed indebolire la Chiesa. L’idea di fondo, quindi, è quella di fare ‘gioco
di squadra’ tra laici e sacerdoti per annunciare Cristo al mondo.
Poi, il
Sinodo torna a riflettere sulla questione della famiglia, che oggi si trova da sola
ad affrontare migrazioni, urbanizzazioni, divorzi, separazioni, infertilità. Essa
va invece accompagnata prima e dopo il matrimonio e, in quegli Stati in cui la Costituzione
riconosce vari tipi di unioni, la Chiesa ha il diritto di dire il suo no.
Infine,
l’Assemblea dei vescovi guarda alle Chiese orientali come operatrici qualificate della
nuova evangelizzazione: messe a dura prova dalle persecuzioni, dall’esodo dei cristiani
e nell’esercizio della libertà religiosa, con il loro martirio diventano imprescindibili
per ogni azione evangelizzatrice. I cristiani orientali – è questo l’auspicio del
Sinodo – non siano pensati come una minoranza, bensì come una presenza di lievito
evangelico.