Giornata mondiale dell'alimentazione: "Libertà dalla fame"
850 milioni di persone nutrite in maniera insufficiente o addirittura senza accesso
al cibo. E' la stima della povertà per fame su scala mondiale. Trenta milioni di questi
sventurati sono bambini. La Giornata mondiale dell'alimentazione celebrata ieri, ha
richiamato l'attenzione degli Stati su uno scenario dai contorni ancora drammatici.
Eliana Astorri ne ha parlato col direttore del Centro di nutrizione umana del
Policlinico Gemelli di Roma, il prof. Giacinto Miggiano:
R. – Nei Paesi
in via di sviluppo, il problema è innanzitutto quello della sottoalimentazione. Il
quadro è molto complesso e polimorfo, nel senso che in alcuni Paesi del mondo mancano
addirittura gli alimenti, oppure anche se gli alimenti ci sono, però di fatto la singola
persona non ne ha l’accesso. Quindi, talvolta è un problema di produzione in quantità
adeguata, ma molto spesso non è che non si produca a sufficienza, ma che non si distribuisce
adeguatamente. L’accesso al cibo è un altro aspetto della povertà che si ha in alcune
situazioni.
D. - Diamo uno sguardo invece al dramma dei 30 milioni di bambini
che ogni anno ne fanno le spese…
R. - Quando si parla di fame nel mondo ci
si riferisce a quelle persone che hanno un ridotto introito di alimentazione, soprattutto
i bambini, quei soggetti che vivono in un momento della loro vita in cui è importante
fare la massa, cioè cercare di crescere. Quindi, se c’è una malnutrizione, come viene
chiamata, “per difetto”, nei bambini neonati o addirittura prima che nascono, nel
seno della mamma, allora nasceranno bambini sottoalimentati. I bambini nei Paesi del
Terzo mondo sono quelli a rischio. Bisogna tener presente che in questi ambienti le
condizioni igienico-sanitarie spesso non sono adeguate e questo provoca una maggiore
presenza di malattie infettive, che in tali persone accentua ancora di più la malnutrizione
“per difetto” e, quindi, gli effetti della carenza di cibo. Tuttavia, occorre anche
dire che in questi Paesi esistono fasce di popolazioni che, avendo ormai un tipo di
alimentazione particolarmente ricca di olii e di grassi, vanno incontro anche al fenomeno
dell’obesità. L’obesità dunque è un problema che non riguarda soltanto i Paesi dell’Occidente,
i Paesi sviluppati, ma riguarda alcune fasce dei Paesi poveri.
D. - Per celebrare
la Giornata mondiale dell’alimentazione, il Centro di nutrizione umana del Gemelli
ha dato il via ad una iniziativa per sensibilizzare il mondo accademico e sanitario.
Di cosa si tratta?
R. - L’iniziativa è stata sollecitata dalla Fao e dalle
società che in qualche modo collaborano con la Fao per la celebrazione di questa giornata.
Nella Facoltà di medicina, il Centro di nutrizione umana insieme con l’Auci, l'Associazione
universitaria per la cooperazione internazionale, ha cercato di sviluppare una serie
di iniziative volte a sensibilizzare tutte le persone che girano nel campus universitario
su questo aspetto. La parola chiave che noi abbiamo dato a questa giornata mondiale
qui da noi, nella Facoltà di medicina nel Policlinico Gemelli è: mangiare di meno
e bene e mangiare tutti.