2012-10-15 08:04:46

Siria- Turchia. Ankara chiude lo spazio aereo ai voli civili siriani. Decine di cadaveri scoperti a Damasco


Continua a salire la tensione tra Siria e Turchia. Ankara ha chiuso il proprio spazio aereo ai voli civili di Damasco in risposta all'analogo provvedimento annunciato dalle autorità siriane. L’Unione Europea verso nuove sanzioni nei confronti del regime Assad; mentre l'inviato speciale di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi sta cercando di capire quali paesi avrebbero intenzione di contribuire con loro truppe ad un eventuale forza di pace. Intanto decine di cadaveri sono stati scoperti, secondo l’opposizione, a sud-ovest di Damasco. Il servizio è di Marina Calculli: RealAudioMP3

Il ministro degli esteri iraniano Ali Akbar Salehi ha annunciato di aver sottoposto a Lakhdar Brahimi una proposta di soluzione alla crisi siriana. Brahimi di ritorno da un tour che ha fatto tappa a Ryad, Ankara e Teheran ha ringraziato, augurandosi che “tutte le idee raccolte confluiscano in un progetto capace di metter fine all’incubo del popolo siriano”. Questo annuncio arriva però nel momento di crescente tensione tra Ankara e Damasco. Dopo gli screzi degli ultimi giorni, ieri la Turchia ha chiuso lo spazio aereo ai voli civili siriani. E d’altra parte il ministro degli esteri turco Davutoglu ha rifiutato un dialogo bilaterale proposto da Damasco per gestire la tensione alla frontiera. Intanto sul terreno, dopo un sabato di sconfitte incassate dall’esercito ieri il regime ha lanciato una contro-offensiva nel nord per recuperare le basi conquistate dai ribelli. Combattimenti intensi si sono svolti a Maaret al-Nouman e nella importante base di Wadi Daif, che ospita riserve di carburante, carri militari e un numero consistente di soldati. Nel cuore di Aleppo invece l’esercito di Assad ha ripreso il controllo della storica moschea degli Ommayadi, finita negli ultimi giorni sotto il controllo dei ribelli.

Nei giorni scorsi, il mediatore Onu-Lega Araba Brahimi si era recato in Turchia dopo le tensioni con la Siria. Benedetta Capelli ha parlato della situazione con Giuseppe Bettoni, docente di Geopolitica all’università Tor Vergata di Roma: RealAudioMP3
R. - La Turchia cerca di imporre sempre di più - come ormai fa da qualche anno - un ruolo di leadership politica ed economica, ma anche militare, nell’area vicina e in quella mediorientale. La Siria in qualche modo non cerca di provocare la Turchia per una ragione precisa: ciò che comunque Damasco teme di più è - paradossalmente - una sorta di alleanza turco-curda, nonostante i terribili rapporti tra di loro, perché in quel caso si ritroverebbe veramente con un’opposizione molto compatta, cosa che Damasco vuole evitare ad ogni costo.
D- Il rapporto tra la Turchia e i curdi come può cambiare proprio alla luce del conflitto siriano?

R. - È già cambiato molto, perché non dobbiamo dimenticare che nel novembre del 2011 Erdogan ha fatto delle scuse ufficiali alla comunità curda a nome della Turchia, per il massacro di decine di migliaia di curdi a Dersim tra il 1937 e il 1938. I turchi, comunque, guardano sempre con difficoltà al rapporto con i curdi, ma in ogni caso cercano di stabilire un legame positivo, perché sanno che non potranno mai fare nulla di importante se non hanno anche l’accordo dei curdi. Non a caso si negozia. è quasi certa la grazia di Ocalan, il leader del partito curdo. C’è una sorta di distensione in tutte queste difficoltà tra turchi e curdi. Fin dove arriverà e se si riuscirà ad arrivare veramente a un accordo, tutto questo non possiamo saperlo. Certo è che Erdogan lavora in questo senso e quindi bisognerà un po’ capire quale sarà l’evoluzione.

D. - In caso di un coinvolgimento molto più diretto della Turchia nel conflitto siriano, come possono cambiare le relazioni tra la Turchia, la Russia e la Cina, che sono poi gli alleati storici della Siria?

R. - Io non credo che la Turchia farà il minimo intervento militare in Siria, un intervento vero, autentico: un dispiegamento di forze a terra senza un accordo dei russi. È vero che i russi dal momento che hanno un porto importante in Siria, hanno un rapporto buono con Assad, ma è anche vero che quando i siriani hanno bombardato i villaggi di frontiera, gli stessi russi hanno tenuto in stand by la loro difesa, dicendo: “La Turchia è un nostro partner quanto la Siria”. Quindi, Assad rischia di perdere anche l’appoggio dei russi. Non credo che i turchi interverranno in modo importante né senza un accordo della Nato né senza un accordo dei russi. E soprattutto, prima di farlo, vorranno un 'intesa con i curdi stessi che - lo ricordiamo - occupano l’80% dei villaggi di frontiera tra Turchia e Siria. Aprire un fronte a nord, quindi, sembra quasi impossibile e significherebbe, per Erdogan, mandare delle truppe di terra per affrontare i battaglioni curdi che si oppongono ad Assad e le forze di Assad stesse. Sarebbero due nemici in uno e neanche i turchi possono affrontarli. Pensiamo poi alle conseguenze in termini di vite umane. C’è un rapporto tra turchi e curdi che si sta costruendo e che deve essere portato avanti. Non è facile perché comunque i curdi non vedono di buon occhio il tentativo di ingerenza della Turchia: temono infatti un eccessivo potere di Ankara in quell’area e loro sono contrari.













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