Padova, bambino conteso. Belletti: sostenere le famiglie in difficoltà, compito
per tutti
Sempre più acceso in Italia il dibattito sulla vicenda del bambino di Cittadella,
in provincia di Padova, conteso dai genitori separati e portato via da scuola, a forza,
dai poliziotti. Si attende ancora l’esito dell’inchiesta interna avviata dal capo
della polizia Manganelli. Emanuela Campanile ha sentito Francesco Belletti,
presidente del Forum delle Associazioni familiari:
R. – Questa
vicenda dei bambini contesi a seguito della separazione è generalizzata. Per fortuna,
in molti casi, non si arriva ad estremi di questo tipo, però non sono rari. Quindi,
il problema è anche un segnale di allarme. Questo bimbo è diventato, suo malgrado,
un simbolo di un’emergenza sociale, che è stata troppo banalizzata. Le famiglie si
lasciano sole, le coppie in difficoltà hanno pochissimi interlocutori con cui parlare.
D.
– Non bastano gli avvocati...
R. – Ovviamente, nel settore della tutela minorile
sono in gioco affetti, sentimenti molto viscerali, però ci sono in gioco anche molti
interessi economici. Troppo spesso le famiglie finiscono in mano a soggetti che alimentano
la conflittualità, anziché trovare persone che facilitano la conciliazione o comunque
la mediazione in caso di conflitto. Quindi, forse, è una sfida anche a tutte le professioni
e partirei proprio dagli operatori della polizia, che spesso si trovano a dover lavorare
in condizioni estreme. Certamente non giudico le persone, che sono state costrette
ad eseguire un mandato del Tribunale, ma tutti - gli avvocati, gli assistenti sociali
dei servizi, i mediatori familiari – devono proprio avere un sussulto di responsabilità.
D.
– Cosa fare perché i minori diventino un soggetto importante per la politica?
R.
– Credo che episodi del genere non passino invano, perché si attiva un grande dibattito
tra gli operatori. Gli interlocutori sono tre. Una è la politica, che deve prendere
delle decisioni di priorità, che oggi, secondo me, non sta prendendo. L’altra, sono
tutti gli operatori del settore, che devono probabilmente trovare anche momenti di
formazione autonoma, in cui avvocati, operatori dei servizi pubblici, giudici minorili,
giudici ordinari, insomma tutti, si trovino sempre attorno allo stesso tavolo, a ragionare
sul bene dei minori. E poi, ultima questione è quella che mi dà probabilmente più
tranquillità e più speranza, cioè il fatto che il Forum sia costituito da tante associazioni
che tengono insieme le famiglie. Questo è un compito per tutti, per la comunità ecclesiale,
per le comunità civili, per i quartieri: non lasciare sole le famiglie; non lasciare
soli soprattutto i giovani sposi e i giovani che hanno bambini piccoli.