Musica: a Roma apre la stagione dell'Accademia di Santa Cecilia
L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia inaugura questa sera, al Parco della Musica
di Roma, la sua stagione: Antonio Pappano sale sul podio dell'Orchestra e del Coro,
affrontando un programma di profondo respiro spirituale, con un originale confronto
tra due diversi modi di rapportarsi al sacro e al mistero: quello del cattolico Anton
Bruckner, e quello del riflessivo e drammatico Giuseppe Verdi. Il servizio di Luca
Pellegrini:
Al Buon Dio
dedica Anton Bruckner la sua “Nona Sinfonia”, ponendo di suo pugno questa esplicita
confessione di fede in testa alla partitura. E' il titolo sacro che apre la serata
a dittico spirituale che inaugura la Stagione Sinfonica ceciliana. Composta tra il
1887 e il 1894, è l'espressione pura dell'anima di un compositore che fece della musica
l'espressione dei più profondi moti dell'animo, fede non perturbata dal dubbio ma
dal creativo impeto dell'arte che la vuole far riconoscere e far risplendere nei suoni
e nelle amplissime architetture musicali, di cui Bruckner ne è l'esempio più grande.
Voleva che si concludesse con il “Te Deum”, ma il maestro Antonio Pappano le
ha voluto affiancare - in occasione delle celebrazioni verdiane che si protrarranno
nel 2013 per celebrare il bicentenario della nascita del compositore di Busseto -
i rari “Quattro Pezzi Sacri”, testimonianza della sua ultima stagione creativa. Per
il carattere così spirituale del programma, Pappano confessa che questo concerto è
per lui davvero speciale:
R. – Sì, perché sono due compositori di grande importanza
nella mia vita musicale e personale, Bruckner e Verdi. La spiritualità diventa più
importante ogni giorno e, secondo me, combinare la musica con il più grande pubblico
possibile è importante.
D. – Lei ha detto che è musica, in qualche modo, che
richiama le radici cattoliche. Perché?
R. – Bruckner era cattolico e il fervore,
quasi fuori le righe, della sua espressione musicale è molto cattolico. Questo per
come la sento io. Verdi è molto spirituale e, come uomo di teatro, lavora con le parole
e ha una risposta con un testo: lo Stabat Mater, il Te Deum, l’Ave
Maria, un Lauda alla Vergine. E’ un po’ diverso e devo dire che nei pezzi
di Verdi ci sono punti molto drammatici: tutto il suo sviluppo culmina quasi in questi,
così come tutta la sua sapienza musicale.