Il cardinale Amato beatifica a Praga 14 Francescani martirizzati in odio alla fede
nel 1600
Sono stati beatificati sabato mattina nella Cattedrale di San Vito a Praga, Federico
Bachstein e i suoi 13 compagni, tutti dell’Ordine dei Frati Minori, uccisi all’interno
del loro convento il 15 febbraio 1611. In rappresentanza del Papa c’era il cardinale
Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Il servizio è di
Roberta Barbi:
La prima Beatificazione
dell’Anno della fede ha riguardato 14 religiosi martirizzati nel 17.mo secolo, uccisi
in odium fidei nel convento che abitavano a Praga da una folla inferocita, animata
da uno sconsiderato odio contro la Chiesa cattolica. Siamo nella Boemia del 1611,
dove proliferavano varie sette protestanti ostili ai cattolici e alla dinastia cattolica
degli Asburgo, come spiega al microfono di Roberto Piermarini il cardinale Angelo
Amato:
“Era proprio l’odio contro la Chiesa cattolica, per cui i cattolici,
religiosi e laici, vivevano in continuo pericolo di vita. Nessuno, infatti, poteva
accusare i Francescani del Convento di Santa Maria delle Grazie, di nazionalismo o
di cospirazione politica, essendo la maggior parte stranieri ed estranei a beghe sociopolitiche.
Ad ogni modo, dalle fonti del tempo risulta la loro piena consapevolezza del pericolo
cui andavano incontro, come testimoni della fede”.
Padre Federico Bachstein,
boemo di Baumgarten, era il maestro dei novizi; padre Giovanni Martìnez, spagnolo,
sacrestano; padre Simone, francese, raccoglieva l’elemosina; padre Bartolomeo Dalmasoni,
italiano, curava i restauri della chiesa; Fra Girolamo degli Arese, italiano, diacono;
fra’ Gaspare Daverio, italiano, suddiacono; Fra Giacomo e Fra Clemente, entrambi tedeschi
ed entrambi chierici minoristi con voti temporanei; Fra Cristoforo, olandese, fratello
laico e cuoco del convento; Fra Giovanni, tedesco, laico; e Fra Emanuele, boemo, anch’esso
laico; Fra Giovanni Bodeo, italiano e aiutante sacrestano; Frate Antonio, boemo, novizio.
Tutti furono spogliati prima del martirio; molti di loro morirono nel tentativo di
difendere l’Eucaristia o la cappella della Madonna, dove poi vennero sepolti, sotto
l’altare di San Pietro d’Alcantara. Ma questa Beatificazione può incrinare i rapporti
ecumenici? Ancora il cardinale Amato:
“Non credo, anzi li può rafforzare.
La solenne Beatificazione di questi eroici religiosi cerca di esortare tutti noi a
vincere il male con il bene, memori della Parola del Signore, che sconvolge ogni logica
umana: ‘Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro
che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano’. I Beati Martiri non odiavano,
ma pregavano, lavoravano e operavano il bene. Erano umili testimoni della carità di
Cristo, del suo calvario, del suo perdono. La loro Beatificazione, dunque, ispira
sentimenti di pace, fraternità e gioia. Raccogliamo il loro seme di bene e facciamolo
diventare albero maestoso, che porta fiori e frutti di umanità riconciliata e fraterna”.