Attesa negli Usa per il prossimo confronto Obama-Romney, martedì
Negli Stati Uniti si attende il prossimo dibattito elettorale tra il presidente Obama
e il candidato repubblicano Romney, previsto per martedì. Un appuntamento che segue
l’ultimo confronto televisivo tra i due vice Biden e Ryan. Benedetta Capelli,
ha intervistato Tiziano Bonazzi, docente di Storia americana presso l'Università
di Bologna: R. – Biden è noto
per avere una personalità estremamente forte e per essere capace di esprimere anche
in modo molto duro le sue opinioni. Che queste sue caratteristiche siano state usate
per un cambio di strategia è molto probabile, perché la precedente strategia di Obama
nel primo dibattito, quella di voler sembrare presidenziale, cioè distaccato, evidentemente
non ha funzionato. Quindi si è pensato di passare a una strategia più aggressiva di
cui Biden poteva essere senza dubbio la migliore incarnazione.
D. – Che bilancio
si può fare invece della prestazione televisiva di Ryan?
R. – Ryan è uscito
sicuramente molto bene, perché a confronto con una vecchia volpe della politica quasi
di 30 anni più anziano di lui, come Biden, ha dimostrato di sapere mantenere molto
bene i suoi punti. Ryan sicuramente è un po’ il futuro del partito repubblicano o
almeno dell’ala più conservatrice del partito repubblicano. E’ un uomo di grande intelligenza,
di notevole finezza intellettuale e psicologicamente capace di esprimere con grande
chiarezza le sue posizioni. A mio parere ne è uscito molto bene.
D. – Politica
estera, crisi economica, sanità, sono stati tanti gli argomenti di discussione, ma
su quale tema si è giocata di più la partita e chi è stato più convincente?
R.
– A me è sembrata importante la partita sulla politica estera americana in cui i due
chiaramente hanno mostrato atteggiamenti estremamente diversi. Ryan ha attaccato la
politica di Obama come una politica inconcludente, lo ha attaccato per avere addirittura
abbandonato Israele. Quindi è stato estremamente duro ed estremamente chiaro. Estremamente
duro ed estremamente chiaro è stato anche Biden in materia, nella sua difesa della
politica… Ma la cosa interessante è che tutti e due poi sono arrivati a dire cose
simili cioè che entro il 2014 bisogna lasciare le questioni della sicurezza in Afghanistan
agli afghani, che probabilmente l’Iran è più lontano dalla bomba atomica di quanto
non si creda… Sugli altri punti si sapevano le cose che i due avrebbero detto, soprattutto
per quanto riguarda il problema del Medicare, cioè dell’assistenza sanitaria; sono
visioni estremamente diverse… Mi sembra che entrambi abbiano fatto soprattutto riferimento
alla propria base più che cercare di convincere gli indecisi.
D. - Martedì
secondo confronto elettorale tra Obama e Romney: cosa cambierà secondo lei nella strategia
dei due candidati presidenti? R. – Sinceramente io non lo so. Penso che Obama cercherà
di essere estremamente più propositivo di quanto non sia stato. Anche se penso che
sia per ragioni caratteriali sia perché lui è il presidente e non giungerà ad avere
l’aggressività che John Biden ha avuto. Di conseguenza può darsi che ci troveremo
di fronte ad un Obama molto più sicuro di sé, molto più propositivo, ma non estremamente
aggressivo. Non so quale possa essere la contromossa di Romney, di fronte a questo
preferisco non esprimermi.