Presidenziali Usa: dibattito tv tra i vice Ryan e Biden. Incerto l'esito del confronto
Negli Stati Uniti si è concluso il primo e unico dibattito tv tra i vice di Obama
e Romney: Biden e Ryan. A Danville, nel Kentucky, è andato in scena un duello che
ha toccato vari temi dall’economia alla politica estera. Il confronto, secondo diversi
sondaggi, si sarebbe concluso in parità anche se gli esperti hanno considerato molto
positiva la prestazione del candidato repubblicano alla vicepresidenza americana.
Ce ne parla Benedetta Capelli:
Diversi per
età e scelte politiche ma entrambi figli della middle class americana ed entrambi
cattolici. Similitudini e differenze per Biden, 70 anni, e Ryan, 42, che hanno animato
il dibattito tv non risparmiandosi colpi cancellando invece la formale educazione
del duello di Denver tra Obama e Romney. Politica estera in primo piano con le accuse
del repubblicano Ryan all’amministrazione Obama, rea di debolezza con l’Iran. Immancabile
il riferimento alla morte dell’ambasciatore Stevens in Libia, “vicenda – replica Biden
– sulla quale si sono dette molte menzogne”. “L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno
ora è una guerra” l’affondo del democratico. Sui temi economici la battaglia di Ryan.
“L’economia sta andando male, la disoccupazione non cala” ha detto. Risposta ironica
di Biden che ha snocciolato gli ultimi dati sulla crescita di posti di lavoro. Sul
fronte della sanità, Ryan propone di puntare sul mercato delle assicurazioni private
al posto dell’Obamacare. “Non è vero che state meglio ora?”: la domanda di Biden
direttamente rivolta al pubblico a casa. E poi le schermaglie sulle gaffe di Romney
“che – ha aggiunto il vicepresidente – si vuole disinteressare del 47% degli americani
che però pagano più tasse di lui”. “Eppure – replica Ryan – di scivoloni pubblici
dovresti saperne qualcosa”, riferendosi ad alcune dichiarazioni di Biden. Obama affida
a twitter il suo commento, dicendosi “orgoglioso” del vice ma i sondaggi di Cnn e
Cbs, seppur con percentuali diverse, danno Ryan in vantaggio. Per la Cnbc è però esattamente
il contrario.
Su questo acceso confronto, Benedetta Capelli ha raccolto
il commento di Tiziano Bonazzi, docente di Storia americana presso l'Università
di Bologna:
R. – Biden è
noto per avere una personalità estremamente forte e per essere capace di esprimere
anche in modo molto duro le sue opinioni. Che queste sue caratteristiche siano state
usate per un cambio di strategia è molto probabile, perché la precedente strategia
di Obama nel primo dibattito, quella di voler sembrare presidenziale, cioè distaccato,
evidentemente non ha funzionato. Quindi si è pensato di passare a una strategia più
aggressiva di cui Biden poteva essere senza dubbio la migliore incarnazione.
D.
– Che bilancio si può fare invece della prestazione televisiva di Ryan?
R.
– Ryan è uscito sicuramente molto bene, perché a confronto con una vecchia volpe della
politica quasi di 30 anni più anziano di lui, come Biden, ha dimostrato di sapere
mantenere molto bene i suoi punti. Ryan sicuramente è un po’ il futuro del partito
repubblicano o almeno dell’ala più conservatrice del partito repubblicano. E’ un uomo
di grande intelligenza, di notevole finezza intellettuale e psicologicamente capace
di esprimere con grande chiarezza le sue posizioni. A mio parere ne è uscito molto
bene.
D. – Politica estera, crisi economica, sanità, sono stati tanti gli argomenti
di discussione, ma su quale tema si è giocata di più la partita e chi è stato più
convincente?
R. – A me è sembrata importante la partita sulla politica estera
americana in cui i due chiaramente hanno mostrato atteggiamenti estremamente diversi.
Ryan ha attaccato la politica di Obama come una politica inconcludente, lo ha attaccato
per avere addirittura abbandonato Israele. Quindi è stato estremamente duro ed estremamente
chiaro. Estremamente duro ed estremamente chiaro è stato anche Biden in materia, nella
sua difesa della politica… Ma la cosa interessante è che tutti e due poi sono arrivati
a dire cose simili cioè che entro il 2014 bisogna lasciare le questioni della sicurezza
in Afghanistan agli afghani, che probabilmente l’Iran è più lontano dalla bomba atomica
di quanto non si creda… Sugli altri punti si sapevano le cose che i due avrebbero
detto, soprattutto per quanto riguarda il problema del Medicare, cioè dell’assistenza
sanitaria; sono visioni estremamente diverse… Mi sembra che entrambi abbiano fatto
soprattutto riferimento alla propria base più che cercare di convincere gli indecisi.
D.
- Martedì secondo confronto elettorale tra Obama e Romney: cosa cambierà secondo lei
nella strategia dei due candidati presidenti?
R. – Sinceramente io non lo so.
Penso che Obama cercherà di essere estremamente più propositivo di quanto non sia
stato. Anche se penso che sia per ragioni caratteriali sia perché lui è il presidente
e non giungerà ad avere l’aggressività che John Biden ha avuto. Di conseguenza può
darsi che ci troveremo di fronte ad un Obama molto più sicuro di sé, molto più propositivo,
ma non estremamente aggressivo. Non so quale possa essere la contromossa di Romney,
di fronte a questo preferisco non esprimermi.