2012-10-12 15:59:00

Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio: laici sempre più protagonisti


Anche l’immigrazione fenomeno sociale che contraddistingue la nostra epoca, può essere veicolo di annuncio del Vangelo. E’ stato ribadito dai Padri sinodali che, a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II, rilanciano anche il fondamentale contributo dei laici per la trasmissione della fede. Il nostro inviato al Sinodo, Paolo Ondarza, ha intervistato in proposito Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio e uditore all'assise in corso in Vaticano:

R. – Il mondo del laicato, reso "libero" dal Concilio, ha dato delle risposte molte interessanti in questi anni. Anni fa, i Padri conciliari chiedevano ai laici realmente di diventare gli evangelizzatori di questo tempo. Io credo che stia emergendo da questo Sinodo come la vera novità degli ultimi tempi sia la vitalità del laicato nell’evangelizzazione, perché i laici riescono a toccare i tanti ambienti in cui la gente vive normalmente. Oggi, il mondo vive soprattutto nelle metropoli: ha lasciato le campagne e più della metà della popolazione mondiale vive nelle città ed è lì che oggi la sfida dell’evangelizzazione attende i laici.

D. – Da sempre, la Comunità di Sant’Egidio è attenta alle esigenze dei poveri, degli immigrati che provengono nelle nostre città e qui, dal Sinodo, è stata ribadita l’importanza della presenza degli immigrati come nuovi evangelizzatori…

R. – Sì, particolarmente in Europa abbiamo ricevuto con l’immigrazione non quell’invasione islamica che si temeva, ma l’arrivo di tantissimi immigrati cristiani che – penso soprattutto a Paesi come le Filippine, ai Paesi ortodossi, alla Romania e all’Ucraina, ai Paesi dell’America Latina – vivono la loro fede con grande intensità. Il problema è come lavorare insieme, affinché queste forze non rimangano ghettizzate, non siano emrginate, ma entrino a far parte di tutta la comunità ecclesiale e, in questo senso, diventino esse stesse evangelizzatrici.

D. – Il suo augurio per questo Sinodo?

R. – L’augurio è che la Chiesa viva realmente quella nuova primavera che ci aveva annunciato il Concilio.








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