Libano: il Sinodo greco-ortodosso chiede maggiore tutela per i cristiani del Medio
Oriente
La difficile situazione in Medio Oriente, l’importanza della presenza dei cristiani
nella regione, la necessità di un clima sereno e pacifico che consenta a tutte le
popolazioni di poter guardare al futuro con più ottimismo, l’esigenza di una comunicazione
religiosa che diffonda sani valori al fine di avvicinare i popoli. Questi – riporta
L’Osservatore Romano - i punti salienti al centro della 49.ma sessione ordinaria
del Sinodo del Patriarcato greco-ortodosso di Antiochia svoltosi nel monastero di
Nostra Signora di Balamand, in Libano. Durante i lavori, presieduti dal Patriarca
Ignazio IV di Antiochia, i metropoliti e i vescovi presenti hanno più volte ribadito
che “i cristiani non devono sentirsi minoranze, ma veri e propri partner degli altri
componenti della regione”. In un documento, essi sottolineano l’importanza del concetto
di “sana cittadinanza” e del principio di uguaglianza dei diritti e dei doveri di
tutti i cittadini di uno stesso Paese” e hanno chiesto una legge elettorale che garantisca
una “vera rappresentanza” per tutti. Inoltre, hanno condannato con fermezza gli attacchi
contro i simboli religiosi e le reazioni violente provocate dall’intolleranza religiosa.
Nel suo intervento il Patriarca Ignazio IV ha spiegato “l’importanza della testimonianza
cristiana e delle azioni che mirano a rafforzare la presenza dei cristiani in Medio
Oriente e nel mondo, nonché le sfide che devono affrontare i fedeli nei loro rispettivi
Paesi”. Preoccupazione è stata espressa per gli eventi negativi che stanno infiammando
la regione. Sull’importanza della presenza cristiana in Medio Oriente, i metropoliti
e i vescovi greco-ortodossi hanno anche spiegato che: “i cristiani d’Oriente sono
i figli di questa regione, che è la culla del cristianesimo” e che hanno dato un notevole
contributo alla civiltà araba. Essi, inoltre, vedono nella crescita dell’emigrazione,
soprattutto tra i giovani, un pericolo che minaccia la presenza cristiana attiva nella
società. Questo è il motivo per cui hanno sottolineato “la necessità di utilizzare
le risorse della Chiesa per sostenere le istituzioni ecclesiali e offrire un servizio
più ampio ai fedeli, radicare la loro presenza e garantire tutte le condizioni affinché
rimangano nel Paese nel quale il Signore li ha chiamati a testimoniare. Infine, è
stata sottolineata l’importanza dei media religiosi “invitati a diffondere i valori
della conoscenza, della libertà, dell’apertura, così come quelli dell’educazione,
della cultura dell’accettazione degli altri. (L.Z.)