Francia: cattolici ed ortodossi contro la legalizzazione dei matrimoni gay
Al di là della sua dimensione teologica, la questione della forma e della natura del
matrimonio è eminentemente “sociale” e si riferisce al concetto di coppia, di famiglia,
di filiazione, al diritto all’adozione, all’educazione dei figli, alla nozione di
alterità e di regime matrimoniale. E per la Chiesa ortodossa - riporta L'Osservatore
Romano - “l’ontologia del matrimonio si fonda sulla complementarietà uomo-donna. Dopo
la Chiesa cattolica, anche l’Assemblea dei vescovi ortodossi di Francia (Aeof) è intervenuta
per commentare l’intenzione del Governo di apportare modifiche fondamentali in materia
di matrimonio civile. In un comunicato diffuso nei giorni scorsi e citato dall’Osservarore
Romano, l’Aeof ricorda che il matrimonio è un’istituzione plurisecolare che struttura
società, famiglia e relazioni interpersonali. In una prospettiva ortodossa e cristiana,
si tratta di “una comunione fondata dal Creatore (Genesi, 1-2), benedetta dal Cristo
(Giovanni, 2) e il cui fine è partecipare con Dio alla sua opera creatrice (la ‘procreazione’)
approfondendo l’unione d’amore e di servizio reciproco fra un uomo e una donna, la
vocazione e il destino dei quali è diventare “una sola carne” nel mondo e per l’eternità”.
Poiché il Pacs (Patto civile di solidarietà) prevede già l’unione civile fra persone
dello stesso sesso, la nozione tradizionale e fondamentale di matrimonio, con la sua
propria terminologia, “deve essere preservata — si legge nella nota — al fine di marcare
una distinzione chiara e netta fra unione civili e vocazione delle coppie eterosessuali”.
I vescovi ortodossi di Francia annunciano poi la prossima pubblicazione di una specifica
dichiarazione sui fondamenti del concetto cristiano ortodosso di matrimonio. Il progetto
di legge per l’allargamento del matrimonio civile alle coppie omosessuali contempla
anche il diritto all’adozione, anche se esclude l’equivalente della “presunzione di
paternità”, che esiste oggi in seno alle coppie sposate, l’allargamento dell’accesso
alla procreazione medicalmente assistita e la legalizzazione della “maternità surrogata”.
Sulla questione i vescovi francesi sono intervenuti il 27 settembre con una nota del
Consiglio “Famiglia e Società” della Conferenza episcopale che spiega le ragioni dell’opposizione
della Chiesa al provvedimento. Il principale compito del potere politico — sottolinea
in particolare il testo — è difendere i diritti e le libertà individuali ma soprattutto
il bene comune e “il bene comune non è la somma degli interessi individuali", bensì
il bene dell’intera comunità. (L.Z.)