Siria: l'Onu chiede il cessate il fuoco unilaterale, la Nato pronta ad intervenire
in Turchia
La situazione in Siria ha raggiunto un livello inaccettabile. Parole forti quelle
del segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon alle quali hanno fatto eco ieri le dichiarazioni
del segretario generale della Nato Rasmussen, per il quale è necessaria una soluzione
politica e una pressione più incisiva su Damasco. L'Alleanza Atlantica si è detta
pronta a difendere la Turchia in caso di necessità e dopo le schermaglie alla frontiera
con la Siria. Sempre ieri sono state più di cento le vittime mentre l’opposizione
denuncia l’uso di bombe a grappolo da parte dell’esercito. Dura battaglia ad Aleppo
dove la situazione umanitaria è grave. Lo conferma al microfono di Alessandro Guarasci,
il giornalista Cristiano Tinazzi raggiunto nella città siriana:
R. – E’ disastrosa,
perché manca spesso l’acqua e l’elettricità. E’ difficile portare il cibo, perché
vengono colpiti appunto i mezzi civili. Non c’è distinzione da parte di caccia ed
elicotteri tra mezzi civili e pick up militari dell’esercito ribelle, per cui chiunque
provi ad affrontare la strada corre il rischio di essere centrato da un missile. Si
è formato un campo adesso, a ridosso del confine turco, sempre in territorio siriano,
di circa duemila persone,che sono lì in una sorta di limbo, in attesa di poter transitare
in Turchia, ma non possono passare perché il campo di Klise è ormai sovraffollato.
Non c’è più disponibilità di posti e queste persone sono completamente allo sbando,
non essendoci organizzazioni umanitarie da questo lato della frontiera. C’è una richiesta
continua di medicinali, anche negli ospedali, nelle piccole cliniche, che ancora lavorano
dentro e fuori Aleppo. Mancano medicinali, mancano bende, manca qualsiasi cosa. Chiunque
passi da quelle parti è subissato di richieste, che chiaramente noi giornalisti non
possiamo risolvere, se non facendo un appello alle organizzazioni umanitarie di medici
o altro, perché possano portare medicinali e generi di prima necessità alla popolazione,
non avendo nemmeno le bende o il materiale per il primo pronto soccorso.