India: per aborti selettivi e infanticidi “scomparse” tre milioni di bambine
Sono circa 3 milioni le bambine indiane "scomparse" nel nulla nel 2011. Lo dimostra
lo studio "Children in India 2012: A Statistical Appraisal", pubblicato dal Centro
statistico del Paese. Secondo la ricerca, nello stesso arco di tempo "solo" 2 milioni
di bambini sono spariti. L'indagine - ripresa dall'agenzia AsiaNews - rivela anche
che oggi vi sono in media 48 bambine in meno ogni 1000 maschi, rispetto alle cifre
del 1981. In occasione dell'odierna Giornata internazionale della bambina, per il
dr. Pascoal Carvalho, membro della Pontificia accademia per la vita, questi dati "confermano
che l'India ha perso 3 milioni di bambine per colpa dell'infanticidio femminile".
"La forte influenza patriarcale - nota il medico di Mumbai - trova il suo consenso
nella religione, nella cultura e nella tradizione dell'India. Essa rafforza questa
radicata discriminazione nei confronti delle bambine. Il feticidio femminile significa
abortire solo perché si aspetta una femmina. E nonostante nel Paese la determinazione
del sesso sia illegale, tale pratica è in crescita". Secondo il dr. Carvalho, il fenomeno
degli aborti selettivi e degli infanticidi femminili "dipendono in gran parte da una
'cultura della morte' diffusa nella società indiana". Da parte sua, aggiunge, "la
Chiesa cattolica ha sempre proclamato non solo una cultura della vita, ma anche il
diritto alla vita, all'istruzione, alla salute e allo sviluppo di bambine e donne".
La Chiesa alle bambine dedica la giornata dell'8 settembre. Oltre alle conseguenze
sul breve periodo - come la scomparsa di 3 milioni di bambine - tali pratiche avranno
ripercussioni a lungo termine. "I demografi - spiega il medico - avvertono che tra
20 anni non ci saranno abbastanza spose, ed è inoltre previsto un generale calo della
fertilità. Alla luce di questo, governo, società civile e famiglia devono lavorare
a stretto contatto per fermare questo malessere sociale". Nel 1994 il governo ha promulgato
il Pre-Natal Diagnostic Technologies (Pndt) act, che rende illegale l'uso di particolari
esami per determinare il sesso del feto. In base alla legge, i medici devono presentare
una lista delle pazienti su cui, per ragioni di pura salute, hanno condotto tali test.
Chi viola il decreto può scontare una pena fino a tre anni di prigione e il pagamento
di una multa di 10mila rupie (circa 146 euro). Tuttavia, il Pndt non ha frenato la
diffusione di feticidi e infanticidi femminili. Per questo, di recente il Maharashtra
ha chiesto al governo centrale di abolire la legge, affinché gli aborti selettivi
passino sotto il reato di omicidio e puniti in base all'art. 302 del Codice penale
indiano, che prevede l'ergastolo o la pena di morte. Nella lettera ufficiale, le autorità
dello Stato definiscono la propria richiesta l'unico modo efficace "se si vuole fermare
davvero questo tipo di crimine contro l'umanità". In Haryana, il Dipartimento per
la salute ha annunciato che tutte le donne incinte che devono eseguire ultrasuoni,
dovranno presentare una fotocopia del loro documento d'identità. Sarà responsabilità
dei radiologi richiedere tale fotocopia. (R.P.)