2012-10-10 19:02:41

Festival del film di Roma: un programma a "brillantezza alternata"


Presentata a Roma la settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma in programma al Parco della Musica della Capitale dal 9 al 17 novembre. Otto sale cinematografiche ospiteranno oltre sessanta titoli suddivisioni in alcune sezioni, tra cui il Concorso. Accompagnata da discussioni, polemiche e prese di posizione, la neo-direzione artistica di Marco Müller, sulla quale si è concentrata molta attenzione e qualche pertinente osservazione. Il servizio di Luca Pellegrini: RealAudioMP3

Non è più una festa. Ma è ancora un festival che sa difendere la sua identità? La settima edizione nasce da una serie di sbandamenti, manovre politiche e nomine, che hanno acceso discussioni anche acerbe, concentrate soprattutto sull'arrivo alla direzione artistica, direttamente dalla mostra di Venezia che ha diretto per otto anni, di Marco Müller. Insediatosi dopo mesi di polemiche e trattative piuttosto estenuanti e spesso incomprensibili, e un turbinio di cifre, il neo-direttore, dalle indubbie doti, aveva annunciato ambizioni difficilmente sostenibili, per il poco tempo a disposizione, la precarietà finanziaria degli enti sostenitori e le attuali, gravi difficoltà cui versano alcune amministrazioni, prima fra tutte la Regione Lazio. Ma questa è una vetero-storia, anche se continua a lambire il festival e le sue scelte artistiche. Cambiamenti sostanziali e non strutturali: con questa frase a effetto il neo direttore tenta di giustificare il suo programma, a brillantezza alternata, che si fonda su molte anteprime mondiali, ma non del calibro di quelle per mesi sostenute, quattordici opere prime e seconde - sovrapponendosi così alle logiche artistiche e statutarie del valoroso Festival di Torino, che inizierà lì dove Roma finisce - grande sfavillio di stelle per il fatidico tappeto rosso, che pur saranno a numero contenutissimo. Incalzano le domande non di rito: soddisfazione o sogni infranti? In equilibrio le non risposte. Valgono alcune considerazioni, estrapolando dal programma i due film dagli studios americani in anteprima mondiale - quello di animazione, attesissimo, "Le cinque leggende", e "Bullet to the Head" di Walter Hill - alcuni autori sicuri dei tredici inseriti in concorso, come Takashi Miike, Valérie Donzelli, Alexey Fedorchenko, una carrellata di film del XXI secolo, ossia del presente, di cui ancora si sa pochissimo, e la riproposizone romana, dopo l'esperimento al Lido, di una sezione esclusivamente italiana, così cara a Müller, chiamata "Prospettive Italia". C'è di buono che i paesi rappresentati quest'anno sono ventisei, che qualche scoperta la si farà, che Roma è una città a vocazione cinematografica e un festival ha pur sempre la sua ragione d'essere, e che la strada sarà, tutti sperano, più limpida e accattivante negli anni a venire. Sul fronte della spesa, che di questi tempi è questione delicatissima, morale e non solo politica, il costo annunciato è di 12 milioni di euro. "Tutto sotto controllo", chiude, più annoiato che convinto, il presidente della Fondazione Cinema per Roma, Paolo Ferrari.

Ultimo aggiornamento: 11 ottobre







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