Vescovi europei: Nobel per la medicina sulle staminali "importante pietra miliare"
“Si tratta di una importante pietra miliare nel riconoscimento del ruolo chiave che
le cellule staminali non-embrionali svolgono nello sviluppo di nuove terapie mediche,
come alternativa alle cellule staminali embrionali umane”. Con queste parole di soddisfazione
i vescovi europei accolgono l’annuncio dato lunedì a Stoccolma del nome dei due vincitori
del Premio Nobel 2012 per la Fisiologia e la Medicina - John B. Gurdon e Shinja Yamanaka
- premiati per la scoperta delle cosiddette Ips (staminali pluripotenti indotte).
I vescovi della Comece (Commissione degli episcopali della Commissione europea) in
un comunicato affermano che “dal punto di vista scientifico, le cellule staminali
embrionali umane sono state finora piuttosto deludenti, rispondendo sempre meno alle
promesse cliniche” e fanno notare a questo proposito come “di recente la GeronCorp.,
compagnia leader mondiale nella ricerca sugli embrioni, ha annunciato che stava chiudendo
il suo programma sulle cellule staminali”. “Al contrario - aggiungono i vescovi -,
ci sono stati continui progressi scientifici nel settore della ricerca sulle cellule
staminali alternative (adulte, derivate dal cordone ombelicale o pluripotenti indotte)
che presentano migliori prospettive di applicazioni cliniche, o hanno già dimostrato
risultati clinici diffusi (senza sollevare particolari problemi etici). Oggi - sottolinea
la nota della Comece ripresa dall'agenzia Sir - il Premio Nobel riconosce questi sforzi
per scoprire alternative alle cellule staminali embrionali umane in cellule specializzate
mature che, una volta riprogrammate, diventano cellule immature capaci di svilupparsi
in tutti i tessuti del corpo”. Nella nota i vescovi della Comece fanno anche notare
come “la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane non può più essere brevettati
in base alla recente sentenza della Corte di giustizia europea nel caso di Greenpeace
contro Brüstle. La Corte definisce chiaramente l‘embrione umano come un ovulo umano
appena fecondato, o come il prodotto della clonazione, e conferma che le invenzioni
biotecnologiche che utilizzano cellule staminali embrionali umane non possono essere
brevettate”. Nonostante però tutti questi nuovi sviluppi scientifici e le decisioni
giuridiche, la Commissione europea ha deciso di lasciare aperta la possibilità di
finanziare la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane nell‘ambito del programma
di ricerca Horizon 2020, che è attualmente in discussione presso il Consiglio dell‘Unione
europea e il Parlamento europeo. La Comece chiede pertanto alle istituzioni dell‘Unione
europea di adottare una norma che stabilisce che non possono essere finanziate nell‘ambito
di Horizon 2020 le ricerche che comportano la distruzione di embrioni umani o che
utilizzano le cellule staminali embrionali”. (R.P.)