2012-10-09 16:25:26

Roma: iniziativa solidale dell'Associazione "Salvamamme"


Sono circa 8000 i bambini che vengono aiutati costantemente dall’Associazione "Salvamamme" a Roma e nel Lazio. Questi piccoli fanno parte di famiglie provenienti da 89 nazionalità differenti, di cui il 23% italiane. Proprio per dar loro una mano concreta, è stato aperto nella capitale il "Free temporaney shop", dove questi nuclei potranno scegliere gratuitamente i capi di vestiario per i loro figli. L’iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione di cinquemila famiglie donatrici, che da tutta Italia offrono il loro aiuto a chi è meno fortunato. Marina Tomarro ha intervistato la presidente dell’Associazione, Grazia Passeri:RealAudioMP3

R. – "Salvamamme" sono anni e anni che dona corredi molto belli, donati a loro volta dalle famiglie, perché il corredo è un momento importante dell’attesa. Quando si dona si ha voglia che il proprio oggetto continui ad avere una vita. Per "Salvamamme" era già importante vestire questi bambini con cura ed amore, e ci è sembrato, però - anche perché la crisi colpisce duro - che fosse ancora più ricco di significato trasformare una donazione in un vero negozio, dove si sceglie con attenzione. Perché, alla fine, la cosa bella è dare alla gente la dignità che merita.

D. – Come funziona il “Free temporaney shop”?

R. – Qui, ci sono tantissimi vestiti - 30 mila - e altri sono nei magazzini. Le mamme si fanno accreditare, per evitare che persone non bisognose s’inseriscano. Chiedono un appuntamento e possono scegliere in un clima di grande accoglienza, in un clima assolutamente paritario.

D. – Cosa dicono le mamme quando sono accolte nel “Temporaney shop”?

R. – Le mamme sono contente. Abbiamo centinaia di testimonianze, forse di più, in tutte le lingue, di soddisfazione. Alcune, quelle che sembrano meno contente, sono mamme che hanno attraversato momenti terribili di malattia. Quindi, alle volte, chiedere troppo, chiedere di più, è il segnale di un dolore che bisogna saper interpretare e non è sempre solo maleducazione.

D. – Cosa possono fare le istituzioni per contribuire ad aiutare "Salvamamme"?

R. – Le istituzioni dovrebbero pensare che, ogni volta che cambia una classe dirigente, non si dovrebbe ricominciare sempre da capo. Da Natale saremo ad altissimo rischio, perché rimarremo per un periodo senza finanziamento regionale e abbiamo bisogno di volontariato, di aiuto. "Salvamamme" è un patrimonio di tutti ed io vorrei che anche le istituzioni capissero che l’unica cosa che non va mollata, in questo momento, sono le famiglie.







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