2012-10-09 16:19:16

Pyongyang annuncia missili in grado di colpire gli Usa. L'esperto: è propaganda


La Corea del Nord fa sapere di avere in arsenale missili strategici capaci di colpire non solo le forze Usa in Corea del Sud, ma anche il Giappone, Guam e il territorio stesso degli Stati Uniti. L’annuncio arriva poco dopo l’accordo tra Washington e Seul per ampliare la gittata dei missili in dotazione a Seul. Secondo gli esperti, la Corea del Nord sta sviluppando un programma capace di lanciare missili intercontinentali fino a circa 7.000 km, ma due test effettuati, soprattutto quello dello scorso aprile, non hanno sortito gli effetti desiderati. Sui motivi della dichiarazione di Pyongyang, Fausta Speranza ha intervistato Marco Lombardi, docente di Politiche della Sicurezza all’Università Cattolica di Milano:RealAudioMP3

R. - Sicuramente, c’è una buona dose di propaganda. La storia recente della Corea del Nord è sempre stata di difficile interpretazione, perché è difficile distinguere tra realtà e mito, ma statisticamente c’è più mito che realtà. Le condizioni economiche in cui si trova, le difficoltà tecniche - non sottovalutiamolo - che ci sono per allestire i missili annunciati non sembrano essere alla loro portata. Quindi, non ci crederei molto.

D. - A che cosa può servire allora questa strategia di annunci che non è neanche nuova?

R. - Non è nuova ma va in continuità e serve anche a riaffermare una leadership, che è cambiata non da tanto tempo: il giovane Kim Jong Un, in carica soltanto da circa un anno, ha ancora bisogno di affermarsi soprattutto sul mercato internazionale del terrore che fa parte della tradizione nordcoreana, per cui lo leggerei più in quell’ambito.

R. – E’ un annuncio pensato sul piano internazionale, più che a scopo interno?

D. - Credo che il piazzamento sia necessario anche a livello internazionale. In realtà, non sta smentendo nulla rispetto alle tendenze precedenti in questo senso. Quindi, è come dire: “Guardate che non è cambiato niente. Noi abbiamo ancora i nostri obiettivi e le nostre strategie”.

D. - Ma cosa può determinare un fattore di cambiamento in quest’area dell’Estremo Oriente?

R. - Questo è un altro tipo discorso. Tutta quella zona è un’area di enorme interesse e di una certa criticità. Le tensioni si stanno sommando e sicuramente una di queste proviene dalla Corea del Nord, ma non solo. Le relazioni sino-giapponesi, classicamente mai serene, sono ancora meno che belle. Le relazioni con la Corea del Sud e con gli altri Paesi non sono perfettamente equilibrate… Quindi, è un’area che si sta sicuramente arricchendo di molte tensioni. Se pur nella continuità e nella tradizione la posizione nordcoreana, questo non giova.







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