2012-10-09 08:40:46

Filippine: la Chiesa definisce l'accordo di pace governo-ribelli, un segno di speranza


“Un primo passo verso la pace” e quindi “un segnale di speranza”. Così mons. Martin Jumoad, vescovo della diocesi di Isabela nell’arcipelago di Mindanao, saluta l’accordo-quadro raggiunto in questi giorni a Kuala Lumpur, in Malesia, tra il governo di Manila e i ribelli del Milf (Moro Islamic Liberation Front). “Abbiamo sofferto molto e ogni passo verso la pace è un segno di speranza, ma dobbiamo rimanere vigilanti e guidare la nostra gente in questo processo”, ammonisce il presule, vescovo di una delle zone più direttamente toccate dal conflitto che da 40 anni insanguina l’arcipelago nel Sud delle Filippine. Mons. Jumoad mette in particolare l'accento sulla questione del rispetto della libertà religiosa anche nel Bangsamoro, la nuova regione musulmana semi-autonoma che dovrebbe essere creata a Mindanao nel 2016: “La religione deve essere sempre rispettata - spiega - e deve essere garantita libertà di espressione della propria fede e rispetto della dignità di ogni persona. Non dovrà essere favorito un gruppo ma la nuova situazione dovrà essere inclusiva per tutti”. L'accordo raggiunto a Kuala Lumpur, che sarà sottoposto a referendum popolare, prevede che nella nuova regione autonoma, dove abitano circa 6 milioni di musulmani filippini, il governo manterrà il controllo della difesa e della sicurezza, nonché la gestione della politica estera ed economica. Le parti daranno vita a un Comitato provvisorio per gestire la fase di transizione che dovrà supervisionare cinque province, tre città e sei comuni che faranno parte della regione autonoma. I comuni potrebbero aumentare in seguito alle elezioni locali, previste nel 2013. Il risultato è un successo per la presidenza di Benigno Aquino jr che, nel suo programma politico, aveva promesso un accordo di pace che, rimarca il comunicato congiunto, "da un lato garantisca i diritti, la dignità e la prosperità del popolo Bangsamoro (come si definiscono i musulmani filippini)" e, al tempo stesso, "rispetti la sovranità e la Costituzione delle Filippine". (L.Z.)







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