Ramallah: al via campagna elettorale per le municipali palestinesi
E’ iniziata sabato a Ramallah la campagna elettorale palestinese per le consultazioni
municipali che si terranno il 20 ottobre prossimo in Cisgiordania. Si tratta di un
evento particolarmente atteso per il rinnovo delle istituzioni locali, anche in vista
di un auspicato sblocco anche delle elezioni generali. Dell’importanza di questo voto
e delle possibili ricadute sul processo di pace israelo-palestinese, Giancarlo
La Vella ha parlato con Giorgio Bernardelli, esperto di Medio Oriente:
R. - Sono importanti,
perché è il primo voto che si svolge nei territori palestinesi dal 2006. La situazione
politica - dopo la vittoria di Hamas, nelle elezioni legislative del 2006 - è rimasta
completamente bloccata. Queste elezioni municipali sono state rinviate già parecchie
volte, mentre tutt’ora, non esiste una data in Palestina per le elezioni legislative:
si parla del 2013, ma è una data ancora nell’aria nel senso che, non essendoci mai
stato il famoso accordo di riconciliazione tra Fatah ed Hamas - che era previo a questa
tornata elettorale – in realtà non si sono mai svolte.
D. – La spaccatura tra
Fatah ed Hamas proseguirà anche dopo l’esito di questo voto?
R. – Assolutamente
sì, ma credo che questo voto segnerà anche un dato interessante sul rapporto di forza,
anche con le altre fazioni palestinesi e all’interno delle due fazioni stesse. Sia
il presidente palestinese, Mahmoum Abbas, sia il leader di Hamas, Khaled Meshaal,
hanno più volte manifestato la loro intenzione di farsi da parte, quindi sono importanti
anche per i rapporti all’interno dei due principali schieramenti. Secondo me, bisognerà
stare molto attenti anche alle altre fazioni: in questi ultimi anni, ad esempio, è
cresciuta molto la presenza all’interno della società palestinese del gruppo militante
alternativo ad Hamas, quello della Jihad islamica. Bisognerà vedere, al vaglio delle
urne, quali fazioni avranno vantaggi. Sarà un primo termometro interessante per vedere
quello che si sta muovendo.
D. – Si parla, in questi giorni, sempre meno di
Intifada. Questo vuol dire che c’è qualcosa di sopito che potrebbe riesplodere nei
confronti di Israele da un momento all’altro, o che si sta risolvendo questa annosa
questione?
R. – Credo che il confronto sotto la cenere rimanga molto alto.
C’è una sfiducia molto forte in un negoziato ed in un processo di pace che è ormai
da due anni completamente congelato e senza prospettive. Oggi, però, la mia impressione
è che l’attenzione principale in Palestina sia sui rapporti di forza interni: quei
movimenti che stanno avvenendo nel mondo arabo, stanno avvenendo anche in Palestina,
c’è una giovane generazione di militanti che sta cercando di venire alla ribalta.
Io credo che queste elezioni municipali potrebbero anche serbare parecchie sorprese,
perchè anche la situazione palestinese è rimasta per molti anni ingessata da questa
spaccatura tra Fatah ed Hamas ed è fatta di leadership che ormai hanno evidentemente
fatto il loro tempo. Credo che da questo processo elettorale – che finalmente sembra
cominciare a delinearsi – potrebbe davvero emergere anche un ricambio generazionale
all’interno della leadership palestinese.