Niger: allarme dell'organizzazione Coopi per i bambini malnutriti
In Niger, settemila bambini soffrono di malnutrizione. Una vera e propria emergenza
che l’organizzazione umanitaria di cooperazione internazionale Coopi sta cercando
di arginare con un programma di assistenza ai minori e alle loro madri. Domani, si
conclude la campagna lanciata dall’organizzazione per tentare di salvarli. Roberta
Gisotti ha intervistato Jacopo Brusca, dell’ufficio relazioni con i donatori:
R. – Il Niger,
purtroppo, come il Sahel, la zona in cui è inserito questo Paese, che va dall’ovest
all’est dell’Africa, sta affrontando un periodo di grave carestia e quindi di malnutrizione,
dovuta all’assenza delle materie prime - quindi del grano, a causa del raccolto scarso
- e conseguentemente all’aumento dei prezzi del cibo. I bambini, dunque, sono le persone
più colpite, la fascia più debole.
D. – Il vostro sostegno sarà rivolto anche
alle mamme...
R. – Quello che facciamo nel progetto su cui stiamo lavorando,
che è un progetto attuato nel distretto di Tillabéri,nel sudovest del Niger,
al confine con la Sierra Leone, riguarda interventi di prima necessità e più urgenti,
mirati a salvare la vita dei bambini stessi, evitando che questo si possa ripetere.
Si interviene sull’alimentazione della madre che sta per avere un bambino - perché
una madre malnutrita può generare a sua volta un figlio malnutrito - ma si fanno anche
dei corsi di formazione, perché uno dei grossi problemi della malnutrizione è la disinformazione
che hanno le madri stesse. Tante volte, infatti, portano il bambino ai centri nutrizionali
quando ormai è troppo tardi, perché non sanno identificare le condizioni di malnutrizione
dei loro figli.
D. – Dott. Brusca, come si aderisce alla campagna?
R.
– Attraverso un sms solidale, con una donazione di 2 o 5 euro, digitando il 45509,
che è il numero solidale che abbiamo a disposizione fino al 7 ottobre. L’emergenza
è drammatica e quindi serve un aiuto concreto e immediato.
D. – Come portate
direttamente le somme raccolte alle popolazioni del Niger?
R. – Tenga presente
che il Coopi usa il 94% della donazione stessa, mentre solo un 6% viene utilizzato
per finanziare la struttura. E’ una cifra molto, molto virtuosa, perché ci sono associazioni,
di cui ovviamente non faccio il nome, che hanno però una suddivisione della donazione
molto diversa, che arriva tra l’80 e il 20%, e solo l’80% va sul progetto. Per cui
chiunque potrà donare sarà certo che, donando un euro, 94 centesimi della donazione
andranno direttamente in aiuto, in questo caso, dei bambini del Niger.
D. –
Agite in Niger attraverso uffici in sede, attraverso reti di organizzazioni in loco,
anche attraverso il governo?
R. – Quello che cerca di fare Coopi è sicuramente
legarsi ad associazioni locali, proprio perché è importante operare in questo ambiente
non soltanto attraverso associazioni che lavorano nel Nord del mondo, ma che lavorano
anche nel Sud del mondo, avendo un’idea e una percezione del lavoro che bisogna fare
per poter aiutare queste persone più diretto e più immediato. Noi abbiamo il nostro
ufficio in Niger e abbiamo deciso di svilupparlo proprio per far fronte a questa crisi.
Operiamo in partenariato con le associazioni in loco, perché la collaborazione e il
partenariato sono fondanti e fondamentali per Coopi.