2012-10-06 15:33:08

Le perplessità di padre La Manna dopo l'annuncio sui nuovi orientamenti per i Cie


Entro la fine dell'anno il Ministero dell'Interno fornirà nuovi orientamenti per i Centri di identificazione e espulsione (Cie). Questo quanto annunciato sabato dal sottosegretario Saverio Ruperto. Il servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3

Per la fine del 2012 il ministero dell’Interno intende adottare una serie di misure per migliorare il funzionamento all’interno dei Cie, Centri di identificazione e di espulsione. Questa è l’intenzione espressa ieri dal sottosegretario all’Interno, Saverio Ruperto, in questi giorni impegnato in un giro di ispezioni nei Cie italiani. Sarà affidato ad un tavolo tecnico, voluto dal ministro, Annamaria Cancellieri, il compito di fornire le indicazioni utili per migliorare la situazione, ma solo dal punto di vista organizzativo e gestionale perché, ha precisato Ruperto, la politica all’origine del Cie non sarà al centro dell’analisi del tavolo. Il parere di padre Giovanni La Manna, gesuita, presidente del Centro Astalli (Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati):

R. - Quando si vede una criticità e si manifesta il desiderio di fare qualcosa è sempre positivo e quindi è un segno di speranza. Come Centro Astalli, siamo contrari ai Centri di detenzione. Va bene migliorare le condizioni delle persone che sono nei Cie, rispettandone la dignità e i diritti, ma ci aspetteremmo anche una riflessione per superare i Centri di identificazione. C’è il tentativo, solo quello, di migliorare la struttura, senza però intervenire radicalmente sull’esistenza dei Centri di detenzione: è ben poca cosa.

D. - Padre La Manna, le indicazioni del sottosegretario Ruperto vanno proprio in questa direzione, perché lui ha precisato come l’analisi che si farà nel corso di questo tavolo tecnico, voluto dal ministro Cancellieri, non riguarderà le scelte politiche: sarà un tavolo dedicato solo ed esclusivamente a migliorare la condizione nei Cie…

R. – Alla luce di questa intenzione, invito il Ministero dell’interno e il ministro ad andare a leggere il rapporto de Mistura. E’ stato già compiuta un’indagine da una commissione del ministero dell’Interno, quando era sottosegretario Marcella Lucidi, che volle capire come si viveva, cosa accadeva nei Cie. Fu istituita una commissione ministeriale, presieduta dall’attuale sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura. Esiste quindi un bel po’ di documentazione. Non è cambiato molto dal tempo della commissione de Mistura. Migliorare, molto probabilmente, sarà un’opera strutturale e non risolverà la questione.

D. – Padre La Manna, dalle indicazioni emerge come la questione Cie comunque non voglia essere toccata …

R. – Sì, non vuole essere toccata. Però, in questo momento bisogna dire agli italiani quanto stia costando ciascun Centro di identificazione ed espulsione. Se poi questo, oltre ad offendere la dignità delle persone e i diritti delle persone straniere, si può giustificare agli occhi degli italiani ai quali si chiedono sacrifici e austerità, è un problema della coscienza di chi ha la responsabilità in questo momento di governare l’Italia.

Uno degli aspetti ai quali si intende dedicare attenzione, ha annunciato Saverio Ruperto, sarà quello dell’assistenza medica. L’associazione Medici per i Diritti Umani (Medu), che opera all’interno dei Cie, non ha mai smesso di denunciare le continue violazioni della dignità e dei diritti fondamentali dei migranti detenuti nei Centri. “Il diritto alla salute per i trattenuti – ha recentemente dichiarato Medu – appare ancora meno garantito che in passato”. Alberto Barbieri è il coordinatore generale di Medu:

R. – Plaudiamo alle buone intenzioni del governo, anche se le dichiarazioni del sottosegretario Ruperto non chiariscono poi effettivamente in che cosa consisterà il miglioramento dei Cie, questo ci preoccupa perché in questo momento non c’è bisogno di dichiarazioni di buone intenzioni, ma più che altro di atti concreti. Purtroppo, allo stato attuale dei fatti, la situazione e le condizioni di vivibilità all’interno dei Cie italiani sono estremamente allarmanti. La situazione è ulteriormente peggiorata dopo l’allungamento, nel 2011, dei tempi massimi di trattenimento, da sei ad addirittura 18 mesi. Quindi, non comprendiamo come il governo possa migliorare la situazione all’interno dei Cie senza mettere mano a una revisione profonda del sistema della detenzione amministrativa in Italia. Ricordo, tra l’altro, che le gare pubbliche che in questo momento assegnano la gestione dei vari Cie partono da una base d’asta di 30 euro per persona al giorno: un budget giornaliero per persona che tutti gli enti gestori hanno dichiarato essere del tutto insufficiente per assicurare servizi dignitosi. Che cosa verrà fatto per migliorare la situazione all’interno dei Cie, per migliorare l’erogazione dei servizi e l’assistenza sanitaria, è tutto da vedere.

D. – L’ultima, forte, denuncia di Medu è di pochi giorni fa: avete scattato foto all’interno del Cie di Lamezia Terme che danno una testimonianza di una gravità estrema. Cosa avete visto?

R. – Sì, anche in questo caso abbiamo riscontrato delle condizioni di vivibilità all’interno di queste strutture al di sotto degli standard minimi, trovando inoltre delle pratiche francamente sconcertanti di umiliazione o comunque di non rispetto della dignità delle persone. Nel Cie di Lamezia Terme, ad esempio, è presente una gabbia, una vera e propria gabbia, al cui interno i trattenuti si possono radere. Questa gabbia è nel cortile del Centro, quindi visibile agli altri trattenuti, al personale dell’ente gestore, alle forze dell’ordine, e quindi non assicura la minima privacy. Questa gabbia è stata inventata – come ci ha detto il direttore del Cie – per evitare che i trattenuti compiano atti di autolesionismo. Però, francamente, ci sembra una situazione che evidenzia la gravità di ciò che avviene all’interno di queste strutture, e l’inadeguatezza di questo sistema nel garantire i diritti fondamentali dei trattenuti e la loro dignità.

Ultimo aggiornamento: 8 ottobre







All the contents on this site are copyrighted ©.