Vietnam: timori per la diffusione della malaria tra i migranti
Si è appena conclusa ad Hanoi l’assemblea annuale dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità nel corso della quale è emersa la mancanza di fondi per monitorare i migranti
nel Paese, dove rischia di aggravarsi il dilagare della malaria resistente ai farmaci
ed è necessario stabilire programmi speciali. La resistenza - riferisce l'agenzia
Fides - può diffondersi a causa della migrazione attraverso le frontiere e all’interno
del Vietnam. Grazie alla terapia antimalarica combinata a base di artemisina (Act),
tra il 2000 e il 2011 i casi di morte registrati per malaria sono diminuiti da 148
a 14, e quelli confermati da 74 mila a 16.500. Tuttavia le popolazioni migranti devono
essere tenute sotto controllo per evitare il riemergere della patologia e l’insorgere
di nuovi casi di resistenza. Secondo gli esperti, con gli spostamenti incontrollati
dei lavoratori stagionali, in particolare quelli nelle foreste, è difficile stabilire
contatti e controllare la malaria. La maggior parte delle attività forestali del Vietnam
si concentrano nelle Central Highlands, dove i migranti, provenienti prevalentemente
dal Delta del Mekong, si guadagnano da vivere con la lavorazione del legno. Sulla
base dei dati forniti al governo dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni,
i migranti costituiscono circa il 25% della popolazione delle maggiori città del Paese.
Le zanzariere vengono distribuite solo alle famiglie che si registrano presso le autorità.
Per combattere la malattia, i proprietari delle aziende agricole distribuiscono zanzariere
trattate con insetticidi ai lavoratori migranti che lavorano presso di loro. Altrettanto
importante è sottoporre i lavoratori delle zone boschive a test, fornire loro farmaci
e zanzariere, formare operatori sanitari per le diagnosi e il trattamento della malaria.
Nel 2008 le zone boschive coprivano circa il 39% del Paese, circa 13 milioni di ettari.
Da una ricerca pubblicata ad aprile del 2012, su 3200 pazienti che vivono al confine
nordoccidentale con la Thailandia, vicino al Myanmar, dal 2001 al 2010 è emerso un
costante aumento di resistenza ai farmaci da 0.6% al 20%. (R.P.)