2012-10-05 15:14:26

Agenda digitale e start up nel decreto Sviluppo. Cozzi: misure per la competitività


Il decreto Sviluppo, varato ieri dal Consiglio dei ministri, raccoglie commenti positivi da parte di Confindustria. ''Apprezziamo lo sforzo fatto fin qui dal governo, ma lo invitiamo ad alzare l'asticella'', dice il presidente dell’organizzazione, Giorgio Squinzi, che del pacchetto di misure rileva ''limiti evidenti'' nella norma sul credito di imposta per opere strategiche. Carta di identità e tessera sanitaria in un solo documento, comunicazione con la Pubblica Amministrazione tramite un indirizzo di posta elettronica certificata, riduzione del divario digitale, incentivi per le imprese innovative: sono solo alcuni dei punti centrali del decreto che punta a modernizzare tramite Internet e incentivare la ricerca. Debora Donnini ha chiesto un commento a Tommaso Cozzi, docente di economia all’Università di Bari:RealAudioMP3

R. – E’ un decreto certamente innovativo: lo stesso ministro Passera, nel commentare la parte sull’agenda digitale, ha correttamente affermato che questa parte del decreto permetterà alla nostra nazione di iniziare a colmare il gap tecnologico che esiste tra il nostro Paese e gli altri. In una logica di strategia di sviluppo, è un decreto importante. Naturalmente, siamo all’inizio dell’opera, ma credo che il governo intenda proseguire su questa strada.

D. – Uno dei punti centrali di questo decreto è quello che riguarda la cosiddetta "agenda digitale": meno burocrazia nella pubblica amministrazione; riguarda anche il settore giustizia. Ci sarà anche un’unificazione della carta d’identità con la tessera sanitaria in un unico documento elettronico. Per la scuola sono previsti gli e-book… Tutto questo, concretamente, perché porta sviluppo?

R. – La moltiplicazione di fascicoli non fa altro che moltiplicare la documentazione circolante. La concentrazione può essere effettuata solo attraverso l’agenda digitale. Agire in questo senso credo che comporti immediatamente una riduzione dei costi e quindi, di fatto, stiamo mettendo in circolazione altra liquidità. Contemporaneamente, si permette al cittadino, ma anche alle imprese e alla stessa Pubblica amministrazione, di essere più efficiente.

D. – Un altro punto importante del decreto è quello delle start-up, le cosiddette imprese innovative che cioè investono in ricerca e sviluppo: godranno di incentivi fiscali e agevolazioni per quanto riguarda i contratti che possono fare. Questo è un punto importante perché l’Italia, per competere con le altre economie, deve puntare proprio su questi due aspetti: ricerca e sviluppo …

R. – Certamente. Il Paese è in declino dal punto di vista della competitività proprio perché non si è investito in ricerca e sviluppo. D’altro canto, i grandi investitori – come accade un po’ in altre nazioni – potranno a questo punto avere interesse a sostenere la ricerca, magari per poter poi utilizzare gli esiti dal punto di vista commerciale.

D. – Poi, c’è il credito di imposta fino ad un massimo del 50% su Ires e Irap per le imprese che realizzano opere strategiche sopra i 500 milioni di euro: questo, secondo lei, consentirà di far ripartire le infrastrutture?

R. – Le farà ripartire, ma il discorso delle infrastrutture è insito all’infrastruttura stessa: purtroppo, l’infrastruttura richiede tempi medio-lunghi per poter essere realizzata. E’ chiaro che il credito di imposta si potrà cominciare ad utilizzare man mano che gli stati di avanzamento delle infrastrutture saranno realizzati, quindi direi anche a partire dal prossimo anno. Queste misure combinate con, speriamo, una prossima riduzione del carico fiscale, che può liberare ulteriormente liquidità per le imprese e per le famiglie, incrociate insieme rappresentano misure di medio-lungo periodo, che permetteranno al Paese di essere competitivo, ma contemporaneamente lasceranno immediatamente la liquidità necessaria per far ripartire i consumi.

D. – E’ interessante anche il progetto "Desk Italia": per attrarre capitali dall’estero si prevede uno sportello unico. L’investitore estero, quindi, avrà un solo interlocutore con cui parlare delle procedure per l’avvio dell’investimento. E questo perché uno dei problemi maggiori è proprio quello della burocrazia …

R. – E’ una novità, questa: credo sia importante avere a disposizione, da parte degli investitori esteri, una consulenza anti-burocrazia, perché molte volte gli investimenti stranieri sono allontanati dall’impossibilità di comprendere come muoversi nell’ambito delle norme e delle procedure burocratiche.







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