Agenda digitale e start up nel decreto Sviluppo. Cozzi: misure per la competitività
Il decreto Sviluppo, varato ieri dal Consiglio dei ministri, raccoglie commenti positivi
da parte di Confindustria. ''Apprezziamo lo sforzo fatto fin qui dal governo, ma lo
invitiamo ad alzare l'asticella'', dice il presidente dell’organizzazione, Giorgio
Squinzi, che del pacchetto di misure rileva ''limiti evidenti'' nella norma sul credito
di imposta per opere strategiche. Carta di identità e tessera sanitaria in un solo
documento, comunicazione con la Pubblica Amministrazione tramite un indirizzo di posta
elettronica certificata, riduzione del divario digitale, incentivi per le imprese
innovative: sono solo alcuni dei punti centrali del decreto che punta a modernizzare
tramite Internet e incentivare la ricerca. Debora Donnini ha chiesto un commento
a Tommaso Cozzi, docente di economia all’Università di Bari:
R. – E’ un decreto
certamente innovativo: lo stesso ministro Passera, nel commentare la parte sull’agenda
digitale, ha correttamente affermato che questa parte del decreto permetterà alla
nostra nazione di iniziare a colmare il gap tecnologico che esiste tra il nostro
Paese e gli altri. In una logica di strategia di sviluppo, è un decreto importante.
Naturalmente, siamo all’inizio dell’opera, ma credo che il governo intenda proseguire
su questa strada.
D. – Uno dei punti centrali di questo decreto è quello che
riguarda la cosiddetta "agenda digitale": meno burocrazia nella pubblica amministrazione;
riguarda anche il settore giustizia. Ci sarà anche un’unificazione della carta d’identità
con la tessera sanitaria in un unico documento elettronico. Per la scuola sono previsti
gli e-book… Tutto questo, concretamente, perché porta sviluppo?
R. – La moltiplicazione
di fascicoli non fa altro che moltiplicare la documentazione circolante. La concentrazione
può essere effettuata solo attraverso l’agenda digitale. Agire in questo senso credo
che comporti immediatamente una riduzione dei costi e quindi, di fatto, stiamo mettendo
in circolazione altra liquidità. Contemporaneamente, si permette al cittadino, ma
anche alle imprese e alla stessa Pubblica amministrazione, di essere più efficiente.
D.
– Un altro punto importante del decreto è quello delle start-up, le cosiddette
imprese innovative che cioè investono in ricerca e sviluppo: godranno di incentivi
fiscali e agevolazioni per quanto riguarda i contratti che possono fare. Questo è
un punto importante perché l’Italia, per competere con le altre economie, deve puntare
proprio su questi due aspetti: ricerca e sviluppo …
R. – Certamente. Il Paese
è in declino dal punto di vista della competitività proprio perché non si è investito
in ricerca e sviluppo. D’altro canto, i grandi investitori – come accade un po’ in
altre nazioni – potranno a questo punto avere interesse a sostenere la ricerca, magari
per poter poi utilizzare gli esiti dal punto di vista commerciale.
D. – Poi,
c’è il credito di imposta fino ad un massimo del 50% su Ires e Irap per le imprese
che realizzano opere strategiche sopra i 500 milioni di euro: questo, secondo lei,
consentirà di far ripartire le infrastrutture?
R. – Le farà ripartire, ma il
discorso delle infrastrutture è insito all’infrastruttura stessa: purtroppo, l’infrastruttura
richiede tempi medio-lunghi per poter essere realizzata. E’ chiaro che il credito
di imposta si potrà cominciare ad utilizzare man mano che gli stati di avanzamento
delle infrastrutture saranno realizzati, quindi direi anche a partire dal prossimo
anno. Queste misure combinate con, speriamo, una prossima riduzione del carico fiscale,
che può liberare ulteriormente liquidità per le imprese e per le famiglie, incrociate
insieme rappresentano misure di medio-lungo periodo, che permetteranno al Paese di
essere competitivo, ma contemporaneamente lasceranno immediatamente la liquidità necessaria
per far ripartire i consumi.
D. – E’ interessante anche il progetto "Desk Italia":
per attrarre capitali dall’estero si prevede uno sportello unico. L’investitore estero,
quindi, avrà un solo interlocutore con cui parlare delle procedure per l’avvio dell’investimento.
E questo perché uno dei problemi maggiori è proprio quello della burocrazia …
R.
– E’ una novità, questa: credo sia importante avere a disposizione, da parte degli
investitori esteri, una consulenza anti-burocrazia, perché molte volte gli investimenti
stranieri sono allontanati dall’impossibilità di comprendere come muoversi nell’ambito
delle norme e delle procedure burocratiche.