"Sulla via dell'uomo che soffre": libro di mons. Zimowski per ribadire la cura della
Chiesa verso i malati
Ridare dignità alla malattia dentro l’orizzonte della fede, ribadire la cura e l’attenzione
della Chiesa verso i malati, portare negli ospedali l'annuncio della salvezza che
viene da Cristo. Questi alcuni degli obiettivi del volume “Dio ha visitato il suo
popolo. Sulla via dell’uomo che soffre”, scritto da mons. Zygmunt Zimowski, presidente
del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari e edito dalla Lev (Libreria editrice
vaticana). Alla presentazione del libro, c’era per noi Cecilia Seppia:
A venticinque
anni dall’istituzione del Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari, voluto dal
Beato Giovanni Paolo II, la Chiesa ribadisce a gran voce la sua missione verso chi
soffre, e lo fa attraverso un volume che unisce la pratica alla teoria, la cura spirituale,
con quella concreta, fatta di farmaci, interventi chirurgici. Non solo: il testo offre
anche un’analisi della salute umana nella sua interezza, ovvero nella dimensione teologica,
filosofica, giuridica e pratica. L’autore del libro, mons.Zygmunt Zimowski:
“L’uomo
è uno: non si può trattare l’uomo spezzato. E per questo ho voluto
far vedere l’interezza dell’uomo. Mentre nelle diverse discipline noi vediamo soltanto
un frammento dell’uomo, la Chiesa vuole vedere l’uomo nel suo insieme, come corpo
e anima. L’uomo sofferente, a volte, non supera la malattia che dalla terra va al
cielo, e l’ospedale è e deve essere un luogo nel quale la terra tocca il cielo e il
cielo tocca la terra”.
“Tutto l’agire della Chiesa che nel suo intimo,
è agire missionario - scrive il presule - è ispirato dalla fede in Gesù che attraverso
i suoi continua a camminare per le strade del mondo, e a toccare gli uomini con la
sua forza dirompente che salva”. Da qui l’importanza del ruolo degli operatori sanitari,
delle strutture mediche, delle famiglie che deve essere sempre orientato al rispetto
della dignità della persona, che se malata diventa appunto più fragile, più bisognosa.
Ancora mons. Zimowski:
“Noi, come Pontificio Consiglio per gli operatori
sanitari, abbiamo come scopo proprio questo: la cura dell’uomo sofferente, dell’uomo
che ha bisogno della vicinanza dei nostri cuori. Noi non vogliamo essere solo teoria:
anche i medici, gli specialisti, per esempio, vogliono veramente aiutare l’uomo. Dietro
ad ogni uomo sofferente, poi, c’è la sua famiglia e dobbiamo rispettare anche la famiglia.
Infine importante anche il ruolo dei cappellani, che sono – come ha detto Benedetto
XVI – i ministri della sofferenza. E qui si apre il grande campo della
nuova evangelizzazione”.
Infine, l’invito agli operatori sanitari, più
volte ripetuto negli interventi pastorali del presule, ad essere fedeli alla vocazione,
testimoni credibili del Vangelo anche di fronte ad interrogativi che possono mettere
a dura la prova la fede: il significato del dolore, del male, della morte che continuano
a sussistere malgrado ogni progresso. Quindi la consapevolezza che in Cristo, tentato,
crocifisso, morto e risorto, l’uomo trova risposta ad ogni domanda. Trova speranza
e consolazione.