Presidenziali Usa: Romney si aggiudica il primo dibattito contro Obama
E’ durato un’ora e mezza il primo faccia a faccia tra i due candidati alla presidenza
americana, mercoledì a Denver, in Colorado. Lo sfidante repubblicano Mitt Romney è
apparso deciso e aggressivo nel colpire l'avversario sui temi di economia e lavoro,
mentre il presidente in carica, Barack Obama, è risultato sulla difensiva, incapace
di incalzare il suo avversario. Da New York, il servizio Elena Molinari:
E’ arrivato
al primo dibattito della stagione elettorale in una posizione di debolezza, e forse
anche per questo Mitt Romney ha spiccato nel confronto per la sua prestazione forte.
Il faccia a faccia fra i due candidati era sui temi di politica interna e si è consumato
quasi completamente sull’economia. E’ stata un’occasione per gli americani per sentire
i due avversari spiegare nei dettagli cosa intendono fare per creare nuovi lavori
in America. “L’ho detto sempre - ha esordito Barack Obama - che avrei lottato ogni
giorno per la classe media; quella promessa l’ho mantenuta e continuerò a lottare
per questo”. Lo sfidante repubblicano invece ha smentito di voler difendere solo gli
interessi dei più ricchi, e ha promesso invece di “sedersi a un tavolo con repubblicani
e democratici per lavorare insieme, e affrontare le sfide del Paese”. Romney ha più
volte interrotto sia il presidente che il moderatore, mostrandosi ansioso di correggere
l’immagine di un miliardario che non conosce i problemi dell’americano medio. “Sei
tu che hai ucciso l’occupazione, che hai aumentato le tasse”, ha accusato, infatti,
il repubblicano rivolgendosi ad Obama. Il prossimo appuntamento è al 16 ottobre per
il secondo dei tre dibattiti prima del voto.
Intanto, secondo un primo sondaggio
della Cnn, il 67 per cento dei telespettatori assegna la vittoria del dibattito a
Mitt Romney. Una valutazione confermata dal prof.Tiziano Bonazzi, docente
di Storia americana presso l’Università di Bologna, intervistato da Salvatore Sabatino:
R. – Stando
alle prime analisi di opinione pubblica, sembra che sia stato molto più convincente
Romney, che ha costretto il presidente a stare sulla difensiva e ha presentato poi
in modo estremamente chiaro ed efficace le proprie idee. D’altronde, si sa che questi
dibattiti servono a cercare di convincere gli indecisi, non a ripresentare in modo
dettagliato i propri programmi. E sembra che in questo Romney sia riuscito.
D.
– Obama ha ammesso che c’è ancora molto da fare. In pratica ha detto agli americani
che la sua rielezione sarebbe necessaria, per portare a termine quelle riforme di
cui il Paese ha bisogno. Questo, secondo lei, è un messaggio vincente?
R. –
In questo momento sembrerebbe di no. Tutta la campagna elettorale di Obama era stata
centrata sullo smontare la personalità dell’avversario. Questa volta, invece, Romney
lo ha costretto a difendere ciò che egli ha fatto e certamente quello che ha fatto,
almeno apparentemente, non è molto. In ogni caso, non si può dire, negli Stati Uniti,
agli americani, che l’America non è in grado di essere la prima potenza e la migliore
potenza al mondo; cercare di far passare questa idea è sempre stato perdente e credo
che lo possa essere anche per Obama.
D. – E Romney invece è riuscito in qualche
modo a “smontare” l’immagine del miliardario incapace di comprendere le difficoltà
dell’americano medio?
R. – Sembra proprio di sì. Soprattutto sembra che sia
riuscito a far passare l’idea che a lui interessino i posti di lavoro, che lui sia
l’uomo che riesce a creare lavoro. Questo con una disoccupazione molto alta, con salari
indubbiamente bassi, è qualcosa cui gli americani comuni stanno molto attenti.
D.
– Un dibattito come quello andato in scena a Denver che peso può avere? L’opinione
pubblica americana è davvero così attenta a questi eventi mediatici o aspetta in questo
particolare momento storico, che sta vivendo il Paese, qualcosa di più concreto?
R.
– I dibattiti sono dibattiti, sono scontri, e ne deve venire fuori l’immagine del
candidato, l’immagine del presidente. E’ tutta una questione d’immagine. Di conseguenza,
da questo punto di vista, non da un punto di vista sostanziale, sono sicuramente molto,
molto importanti: servono, in particolare, a cercare di spostare quel 10, 15 per cento
di indecisi. Per cui, ad esempio, – almeno da quello che ho visto – Romney è riuscito
a sembrare più presidenziale del presidente Obama. Questo sicuramente può avere delle
conseguenze importanti. Io penso che al prossimo dibattito, Obama dovrà cambiare decisamente
tattica e cercare di essere molto più aggressivo.
D. – Chi si mostra più convincente
nei dibattiti, poi in automatico diventa presidente o no?
R. – No, questo è
veramente un po’ troppo, però – ripeto – sappiamo tutti che oggi come oggi l’immagine
è qualcosa di molto importante ed è estremamente importante negli Stati Uniti, in
cui gli americani hanno sempre bisogno di cercare un leader.
D. – Uno degli
argomenti importanti, che sono stati affrontati durante questo dibattito, è la riforma
sanitaria...
R. – Per quanto riguarda la riforma sanitaria, Obama ha semplicemente
ripresentato ciò che ha fatto. Romney ha preso una posizione molto importante, secondo
me, cioè ha cercato di essere moderato, di mostrarsi moderato invece che di mostrarsi
assolutamente radicale, come durante le primarie. Qui, di fronte ad un pubblico di
decine di milioni di americani, sia democratici che repubblicani, si è dimostrato
molto più possibilista e molto più pronto al compromesso. E questo ritengo che lo
abbia avvantaggiato.