2012-10-04 14:34:00

Medici di famiglia: impauriti dalla crisi gli italiani tagliano le cure


La crisi morde e gli italiani reagiscono rinunciando alle visite mediche, anche necessarie, con conseguenze ora incalcolabili. Lo dice circa il 65% dei medici di famiglia in un’indagine curata dal Centro Studi della loro Federazione, la Fimmg, che conferma il recente dato Censis di 9 milioni di rinunciatari solo nell’ultimo anno. Un quadro che non induce all’ottimismo, come spiega, al microfono di Gabriella Ceraso, Paolo Misericordia, responsabile del Centro studi Fimmg:RealAudioMP3

R. – E’ emerso che lo stato di salute della popolazione sembrerebbe peggiorato: appare decisamente più stressata e lo stress è in grado anche di far sovvertire delle priorità, ossia l’interrogativo categorico a questo punto sembrerebbe essere quello di non mettere a rischio il posto di lavoro piuttosto che gestire in maniera corretta il bene salute. Il 64,7% dei medici riferisce che la gente preferisce non chiedere, per esempio, al proprio datore di lavoro la giornata per prestazioni di tipo sanitario.

D. – Esiste una casistica delle rinunce?

R. – Le cure odontoiatriche sono tra le prestazioni sanitarie messe in secondo piano, perché ovviamente sono costose.

D. – Chi è che rinuncia e dove si rinuncia di più in Italia ?

R. – Le fasce d’età sono le fasce degli ultra sessantenni. Le aree invece che soffrono maggiormente sono quelle meno abbienti, quindi il Sud e le isole, forse meno le aree in cui il terziario è maggiormente rappresentato. C’è, soprattutto, una corrispondenza e una correlazione diretta con la perdita dei posti di lavoro.

D. – Che cosa si può ipotizzare, guardando un po’ più in là, come effetti di questo mutato atteggiamento?

R. – Sicuramente avrà un costo, che apparentemente in questo momento viene risparmiato dal soggetto direttamente coinvolto, ma che pagherà in termini di salute più avanti. E il costo economico poi sarà affrontato chiaramente dal Paese.

D. – Le norme contenute nel decreto sanità al vaglio del governo potrebbero aiutare a migliorare tutti questi dati negativi?

R. – Assolutamente sì. Dar maggiore risorse al territorio significa dare risposte più adeguate alla popolazione.







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