“Niente cibo niente scuola” dicono all'agenzia Misna missionari che vivono sui Monti
Nuba, una regione del Sudan dove un conflitto armato e un pessimo raccolto stanno
ipotecando il futuro di migliaia di bambini. L’apertura dell’anno scolastico era prevista
lunedì 1° ottobre. “La maggior parte delle classi – riferiscono i missionari – erano
vuote o c’erano solo pochi bambini: il problema è che non c’è nulla da mangiare, né
a scuola né a casa”. All’emergenza stanno contribuendo diversi fattori. Da un lato,
le precipitazioni inferiori alla media nella stagione delle piogge che termina questo
mese; da un altro, i bombardamenti aerei e gli scontri armati tra i soldati di Khartoum
e i combattenti del Movimento di liberazione popolare del Sudan-Nord (Splm-N) in corso
da quasi 16 mesi. Secondo le fonti della Misna, gli amministratori dell’Splm-N ripetono
che le lezioni si terranno normalmente e che gli insegnanti saranno al loro posto
nonostante ogni settimana migliaia di persone continuino ad attraversare la frontiera
con il Sud Sudan nel tentativo di sfuggire alla violenza. “Da ieri sera – dicono alla
Misna – circolano voci sulla possibilità che alcune scuole rinviino l’inizio dell’anno
scolastico a lunedì prossimo”. L’Splm-N ha legami storici con gli ex ribelli ora al
potere in Sud Sudan, un Paese divenuto indipendente nel luglio 2011. Come la vicina
regione di Abyei, ricca di petrolio, i Monti Nuba sono rimasti fuori dagli accordi
sottoscritti venerdì ad Addis Abeba dai governi di Khartoum e di Juba. (R.P.)