Processo in Vaticano. Gendarmi: Gabriele ci ringraziò per il trattamento ricevuto
“Nessuno ha mai maltrattato Paolo Gabriele, lui stesso ha sempre ringraziato la gendarmeria
per il trattamento ricevuto”. Così Luca Cintia, responsabile della custodia dell’ex
assistente di Camera papale, ascoltato come teste nel processo in Vaticano per furto
aggravato di documenti riservati. Quattro i testi ascoltati mercoledì mattina, tutti
chiamati dalla Difesa come quelli di martedì. Domani, la parte finale del procedimento,
precisato che sono circa un migliaio i documenti d’interesse sequestrati, molti in
originale, altri in fotocopia, tutti nascosti in un immenso archivio cartaceo presso
l’abitazione dell’imputato in Vaticano. Segue il processo per la Radio Vaticana, Massimiliano
Menichetti:
Documenti riservatissimi
a firma autografa del Papa, alcuni con indicato l’obbligo di distruzione, documenti
della Curia Romana, dell’Organizzazione della Chiesa, atti cifrati della Segreteria
di Stato, “documenti riguardanti la totale privacy e la vita familiare di Benedetto
XVI”. Tutti nascosti abilmente da Paolo Gabriele, in grandi armadi stracolmi di altri
fogli, migliaia secondo le quattro deposizioni rese oggi dagli uomini del Corpo della
Gendarmeria Vaticana. Le testimonianze, tutte concordanti, hanno ripercorso la perquisizione
del 23 maggio scorso presso l’abitazione in Vaticano del maggiordomo del Papa.
Trovato
un archivio immenso con “centinaia di migliaia di fogli”. Gli uomini hanno precisato
di aver avviato le ricerche “con il solo fine di rintracciare il materiale reso pubblico
dal libro di Nuzzi” e che solo in un secondo momento si “sono resi conto della gravità
della cosa”. “Circa mille i documenti trafugati”, tra originali e copie nascosti tra
fogli riguardanti: massoneria, esoterismo, Loggia P2, P4, sul caso Bisignani, sul
caso Calvi; trovati anche fogli su Berlusconi e il cosiddetto Vatileaks; pagine sullo
Ior, ricerche su yoga, buddismo, e cristianesimo. Tra il materiale anche testi su
come nascondere documenti o fotografie in formato elettronico, registrare e fare video
e utilizzare “il cellulare in modo velato”.
Gli uomini della Gendarmeria hanno
ribadito di aver usato tutte le cautele del caso durante la perquisizione e di aver
invitato la famiglia Gabriele ad uscire di casa, così da ridurre il più possibile
il disagio ai figli e alla moglie. Confermata, da parte degli interrogati, l’originalità
di molti documenti: infatti, più volte, il presidente del Tribunale, Dalla Torre,
ha chiesto se personalmente avessero visto atti originali durante la perquisizione
o successivamente, dopo il sequestro degli 82 scatoloni di materiale cartaceo ed informatico.
Sul fronte dell’accertamento di violazioni degli standard detentivi, sul quale
è stato aperto ieri, per iniziativa del Promotore di Giustizia Nicola Picardi, un
fascicolo a parte, Luca Cintia incaricato della custodia di Paolo Gabriele, ha sottolineato
che “mai nulla è mancato all’imputato e che è stato trattato nel miglior modo possibile,
tanto che - ha aggiunto - lo stesso Gabriele ha sempre ringraziato”. Precisato anche
che il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, aveva da subito dato disposizioni
per tutelare Gabriele e la sua famiglia.
Il presidente del Tribunale - ricordando
che l’accertamento di violazioni durante la detenzione è oggetto di altro procedimento,
volto ad accertare l’accaduto ma anche eventuali dichiarazioni false - ha precisato
che agli atti, già acquisiti, risulta che Gabriele avesse avuto tutta una serie di
garanzie come: le visite famigliari, l’assistenza spirituale e medica.
Imbarazzo
poi dell’avvocato di Gabriele, Cristiana Arru, sollecitata al termine dell’udienza
dai giornalisti su come fossero conciliabili le dichiarazioni di ieri - in cui Gabriele
ha parlato di pressioni e detto di risiedere nei primi giorni di detenzione in una
cella in cui non poteva allargare le braccia ed in cui la luce era accesa continuativamente
- rispetto a quelle fatte a luglio in conferenza stampa, dalla stessa Arru, presso
la Radio Vaticana, in cui veniva precisato il buon trattamento e le buone condizioni
dell’assistito nei primi giorni di detenzione. La Arru ha risposto: quelle “dichiarazioni
si riferivano a quel giorno, a quel momento”. L’attenzione è rivolta a sabato prossimo
quando si terrà la requisitoria del Promotore di Giustizia, l’arringa della difesa,
le eventuali repliche e l’intervento probabile di Gabriele, prima della Camera di
Consiglio.