Consiglio delle Chiese su salvaguardia del Creato e la tutela delle popolazioni povere
“Alternative sostenibili per la riduzione della povertà e la giustizia ecologica”
è il tema del convegno svoltosi nei giorni scorsi presso l’Accademia ortodossa di
Creta, a Kolympari, Grecia, promosso dal Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc), dalla
stessa accademia insieme ad altre organizzazioni. All’evento – riporta L’Osservatore
Romano - hanno preso parte settantacinque tra scienziati, ecologisti, filosofi e teologi
che hanno offerto un notevole contributo per comprendere al meglio le dinamiche sempre
più connesse dello sviluppo economico e della sostenibilità ambientale. “Senza dubbio
— ha spiegato Guillermo Kerber, responsabile per il Wcc del programma esecutivo per
la tutela del Creato e la giustizia climatica — lo sradicamento della povertà e l’eco-giustizia
sono strettamente correlate poiché le comunità povere, in varie parti del mondo, subiscono
le conseguenze più gravi del degrado ambientale, dei cambiamenti climatici e del modello
di sviluppo attuale”. Sebbene il Wcc e l’Accademia ortodossa di Creta si occupino
dagli anni Settanta delle tematiche delle comunità sostenibili, oggi sono costrette
ad affrontare nuove e difficili sfide dovute ai cambiamenti climatici accelerato,
al degrado ambientale e alla crisi economica globale. “Questa conferenza di Kolympari
— ha affermato Kerber — facilita la condivisione di esperienze provenienti da Africa,
Asia, America, Europa e le isole del Pacifico, tutte alla ricerca di risposte sostenibili
alle numerose problematiche in corso”. Durante l’incontro , i partecipanti hanno presentato
approfondimenti specifici e studi relativi all’agricoltura, all’energia, allo sviluppo
economico, alla sanità e alla finanza. Per Elias Abramides, del patriarcato ecumenico
di Costantinopoli, “dietro le sfide economiche ed ecologiche, e alla ricerca di un
quadro concettuale globale ed etico, sorge una crisi spirituale che invita alla conversione
personale e sociale. L’umanità — ha spiegato — sembra dimenticare che noi condividiamo
lo stesso mondo e le stesse risorse. Eppure, questa umanità può decidere anche adesso
di adottare misure efficaci per salvare il creato e porre fine alle ingiustizie che
colpiscono le popolazioni più povere”. (L.Z.)